Secondo la classificazione del DSM 5, il disturbo ossessivo compulsivo ha cause complesse e colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale. Nonostante si presenti sia nell’infanzia sia in età adulta, ha la sua massima incidenza tra i 15 e i 25 anni.
DOC: caratteristiche e sintomi
Il sintomo centrale del disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è la presenza di compulsioni e/o ossessioni tutti i giorni per minimo un’ora, che disturbano fortemente il lavoro o gli studi, le relazioni, la pulizia personale o della casa, compromettendo il normale funzionamento sociale e lavorativo del soggetto.
Le ossessioni possono essere idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che sono percepiti come intrusivi, come se irrompessero dal nulla, indipendentemente dal flusso di pensieri che vanno a interrompere, fastidiosi per frequenza e contenuto, insensati in quanto poco legati alla realtà presente.
Queste persone possono sentirsi improvvisamente a rischio di contrarre una tremenda malattia se toccheranno la maniglia della porta del bar o convincersi di collegamenti del tutto irrazionali, come l’obbligo di chiudere tutti i file del computer per evitare che accada qualcosa di brutto. In tal caso si sentiranno costrette a compiere azioni che calmino i pensieri, come lavarsi mille volte le mani dopo aver toccato la maniglia dell’esempio o controllare continuamente di aver chiuso i file, in un continuo tentativo di rassicurarsi dal timore di causare qualcosa di negativo alla propria persona o agli altri.
Le ossessioni possono avere una natura legata al controllo, scatenando in questo caso nel soggetto un bisogno di controlli ripetuti e permanenti legati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o fatto un errore o danneggiato qualcosa o qualcuno, oppure alla paura della contaminazione, con pensieri ossessivi legati al rischio di contagi e al bisogno compulsivo di pulizia. Possono avere pensieri superstiziosi esasperati e legare l’esito degli eventi al compimento di gesti o alla visione di oggetti e colori, oppure soffrire di un’intolleranza patologica al disordine e all’asimmetria, che li costringe a impegnarsi anche per molte ore a riordinare ciò che percepiscono “fuori posto”.
Sono tipici anche pensieri ossessivi di tipo aggressivo, sessuale o religioso riguardanti l’avverarsi di situazioni improbabili, che risulterebbero intollerabili al mondo che li circonda.
DOC: le origini
Posto che la letteratura scientifica sul tema non è ancora unanime sulle origini della malattia, per il disturbo ossessivo compulsivo le cause da prendere in considerazione sono di carattere, psicologico, genetico e ambientale.
Dal punto di vista psicologico, alcune esperienze passate e l’educazione ricevuta possono contribuire in modo significativo allo sviluppo della patologia: la colpevolizzazione continua e una tendenza eccessiva e manipolatoria alla responsabilizzazione sono fattori centrali di questo tipo di educazione e secondo ampie evidenze empiriche e cliniche gli individui con profondo timore di colpa ed elevato senso di responsabilità possono essere più soggetti a sviluppare ossessioni e compulsioni.
Altra caratteristica piuttosto comune è una forte rigidità morale, spesso derivante da un modello educativo molto severo, con grande attenzione alle regole e punizioni sproporzionate e/o difficilmente prevedibili.
In linea generale, le persone che soffrono di tali patologie sono spesso state protagoniste di un’infanzia difficile e priva di calore umano, in cui i bisogni di amabilità, accettazione, consolazione e affetto del bambino sono stati frustrati.
Da un punto di vista genetico, circa il 25% degli individui affetti dal disturbo hanno un parente stretto che ne è affetto e grazie alle tecniche moderne di risonanza del cervello è stato possibile studiarne anche gli aspetti neurologici, individuando alcune aree del cervello maggiormente coinvolte.
I cognitivisti al disturbo ossessivo compulsivo assegnano cause cognitive: le persone che sviluppano il disturbo non hanno secondo questa visione contenuti mentali diversi dagli altri, ma il loro problema risiede in un’eccessiva importanza a essi attribuita. L’intolleranza per il dubbio, il pensiero magico, la sovrastima della minaccia o della propria responsabilità, l’eccessivo significato attribuito ai pensieri, il bisogno di sopprimere i pensieri negativi, l’intolleranza all’ansia sono tipiche manifestazioni di questa tendenza.