Con l’arrivo dell’estate la necessità d’indossare sandali e scarpe aperte fa sì che i nostri piedi vengano messi in mostra. Vesciche, duroni e pedicure non perfetta risultano subito visibili e possono costituire fonte d’imbarazzo. Tuttavia, esistono anche delle imperfezioni meno comuni.
Un esempio è il piede di Venere. Ma cos’è il piede di Venere esattamente? È una particolarità anatomica che potrebbe suscitare un po’ di stupore in chi ci osserva: infatti avere il secondo dito del piede più lungo degli altri è una caratteristica piuttosto rara. Ma se questo, anziché un difetto, fosse un indice distintivo di bellezza? Se t’interessa qui puoi scoprire il nome delle dita dei piedi: ti sei reso conto che quasi nessuno ne è a conoscenza?
Piede greco simbolo di bellezza grazie a Venere
Chi ha sentito parlare di questa tipologia di piede sa che è associato alla mitologia romana e, in particolare, alla dea della bellezza. Piede greco simbolo di bellezza: come è possibile? Basta guardare Afrodite, nota ai romani come Venere, il simbolo della perfezione e del fascino femminile. Osservando la rappresentazione botticelliana della Nascita di Venere è possibile notare che anche un modello di riferimento che ha dettato per secoli i canoni della bellezza non sia propriamente perfetto. Nel famoso dipinto, infatti, la dea è rappresentata con il secondo dito del piede più lungo dell’alluce e di tutte le altre dita. La stessa caratteristica era molto diffusa anche nell’arte greca ed egizia in cui quest’anomalia con le sue proporzioni matematiche incarnava l’ideale di armonia.
Sette bellezze di Venere
Tuttavia non sono solo i piedi, le parti del corpo su cui ci dobbiamo soffermare. Il collo troppo lungo, un leggero strabismo, le rughe intorno al collo, i capelli di colore diverso tra la lunghezza e l’attaccatura, le linee addominali oblique, le fossette sopra al lato B e il dito medio della mano più lungo rispetto al palmo: sono ben sette i difetti di Venere dette anche sette bellezze di Venere. Primo tra tutti il famoso piede. Bellezza e perfezione non sempre viaggiano su due strade parallele.