L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy avvenne il 22 novembre 1963 a Dallas, Texas. Alle 12.30 il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti venne gravemente ferito da colpi di fucile a bordo della limousine presidenziale, mentre era in visita alla città texana con la moglie Jacqueline, il governatore Connally e la consorte Nellie. JFK morì nella mezz’ora successiva presso il Parkland Memorial Hospital.
Il corteo presidenziale e i problemi di sicurezza
Nonostante Dallas fosse considerato un luogo pericoloso e lo stesso Kennedy ne fosse consapevole, egli comunicò ugualmente di non volere la capote sulla macchina e decise che i mezzi di scorta non affiancassero la limousine, ma si posizionassero dietro (rendendo ancora più difficile la sua protezione da parte delle guardie del corpo).
Il percorso e l’attentato al presidente
L’auto presidenziale, una Lincoln Continental del 1961, entrò in Dealey Plaza alle 12.29, dove una folla numerosa attendeva il passaggio di JFK. A bordo avevano preso posto il presidente e Jacqueline sui sedili posteriori, mentre il governatore del Texas e la moglie su quelli centrali. Un minuto dopo, alle 12.30, la Lincoln transitava lentamente davanti al deposito di libri della Texas School. In quell’esatto momento vennero esplosi diversi colpi di fucile in direzione del mezzo: uno di questi ferì mortalmente Kennedy alla testa. Secondo diversi testimoni si udirono tre spari. L’auto si diresse immediatamente verso il Parkland Memorial Hospital dove i medici tentarono di salvare la vita del presidente, senza successo. Alle 13 cessò l’attività cardiaca e intorno alle 13.30 venne dato l’annuncio ufficiale della morte di John F. Kennedy. Uno degli spari colpì e ferì gravemente anche il governatore Connally.
Lee Harvey Oswald
Un impiegato della Texas School Book Depository, Lee Harvey Oswald, fu subito ritenuto responsabile dell’assassinio di Kennedy. Egli venne infatti fermato dalla polizia nei minuti successivi all’attentato mentre si trovava all’interno del deposito. Il fucile venne ritrovato poco dopo vicino a una finestra del sesto piano. Oswald venne interrogato per oltre 18 ore, ma non confessò. Non fu nemmeno possibile arrivare al processo in quanto due giorni dopo venne ucciso da Jack Ruby nei sotterranei della centrale di polizia di Dallas.
Per indagare sull’accaduto venne istituita la commissione Warren, il cui rapporto finale del 1964 dichiarava che Lee Harvey Oswald avesse ucciso da solo Kennedy. Tutt’oggi ci sono numerose altre teorie riguardo allo svolgimento dei fatti, alcune delle quali sostengono non fosse l’unico ad aver sparato sul presidente.