La cultura italiana è un’eredità antica, frutto del sapere millenario trasmesso dalle popolazioni che hanno dato vita alla nostra civiltà. In particolare l’influenza del latino ha lasciato la sua scia in numerosi modi di dire che, ancora oggi, fanno parte del linguaggio comune. Est modus in rebus ne è un esempio. Si tratta di una frase estrapolata dalle Satire di Orazio ed entrata ormai a pieno titolo tra i nostri modi di dire. Un lascito importante, che testimonia il forte legame della nostra lingua con la storia della sua evoluzione. Tante le frasi latine che spesso appaiono nel bel mezzo di discorsi tra persone comuni, per non parlare dell’alta frequenza con la quale popolano le sentenze e le arringhe dei tribunali.
Orazio e le Satire
Est modus in rebus si può tradurre letteralmente con “esiste una misura nelle cose” ed è utilizzata quando si vuole mettere in guardia da ogni eccesso, poiché causa di una valutazione non equa. Orazio nelle Satire inserisce questo verso nel primo libro, dedicato a Mecenate e scritto tra il 41 e il 33 a.C., volendo insistere sull’argomento dell’eccesso come fonte di vizio. In tutt’e due i libri, infatti, sono presenti le tematiche della ricerca morale e dell’analisi dei vizi umani, con lo scopo di ricercare in ogni cosa il “modo” e la “misura”. In particolare nel primo libro vengono affrontati i temi tipici delle satire latine, come la costante insoddisfazione umana o l’adulterio e la prostituzione, attraverso l’analisi dei personaggi presentati, facendo luce sia su problematiche morali che su situazioni più comuni e quotidiane.
L’uso delle locuzioni latine nell’italiano
Il latino è talmente radicato nell’italiano che spesso utilizziamo alcune espressioni nel parlato, senza forse conoscerne letteralmente il significato e, tantomeno, l’origine. È il caso, ad esempio, di focus, a priori, curriculum, bonus, promemoria, gratis, idem, in calce, in loco, iter, lapsus, rebus, solarium, tot, super, ultimatum, viceversa, virus, alibi, tutte parole e locuzioni latine che ormai reputiamo come parole italiane e che fanno parte dei discorsi quotidiani di ognuno di noi. Per non parlare di altre espressioni colloquialmente utilizzate da tutti ma mutuate dal latino – anche se forse con più consapevolezza sulla loro origine – come deo gratias, do ut des, ergo, ex aequo, excursus, ex voto, fac totum, ad hoc, honoris causa, forma mentis, in extremis, dulcis in fundo, non plus ultra, aut aut.
Quinto Orazio Flacco
Orazio è considerato uno dei maggiori poeti romani le cui opere sono caratterizzate da una grande eleganza nello stile e da un’ironia diversa da quella mostrata nelle opera satiriche degli autori antecedenti. Quinto Orazio Flacco, questo il nome completo del poeta, oltre alle Satire, ha scritto anche gli Epodi, le Odi, le Epistole, il Carme secolare. In ogni opera si riscontrano temi frequenti, molto cari all’autore, tra cui la critica di personaggi politici e privati suoi contemporanei, in particolare negli Epodi; i grandi temi della lirica greca come l’amore, l’amicizia e la vita semplice, affrontati soprattutto nelle Odi; la ricerca di una vita saggia, compiuta attraverso le Epistole.