Quando ci rechiamo da un fioraio per acquistare un mazzo di rose o ci soffermiamo a contemplare un bel prato, di certo rimaniamo incantati dalla bellezza dei fiori e inebriati dal loro profumo. La percezione che ne abbiamo è quella di un’entità fragile, quasi poetica, qualcosa ben lontana da complessi meccanismi scientifici.
Eppure non è così. Dietro al delicato aspetto si cela una struttura anatomica di tutto rispetto, comprensiva di organo femminile o organo maschile del fiore. Sicuramente tutti noi abbiamo studiato la struttura del fiore e la sua riproduzione a scuola, ma quanti di noi ne ricordano qualcosa? Proviamo a rinfrescare la memoria. Potrebbe interessarti anche approfondire i fiori e piante da piantare in primavera.
- Come si chiama l’organo riproduttivo maschile del fiore?
- Complesso dei pistilli
- La riproduzione dei fiori
Come si chiama l’organo riproduttivo maschile del fiore?
Per cominciare: come si chiama l’organo riproduttivo maschile del fiore? La risposta è androceo. Si trova al centro del fiore stesso, insieme agli organi riproduttivi femminili. L’androceo è formato da più stami, foglie formate da un piede che s’inserisce nel ricettacolo del fiore, detto filamento, e una porzione distale, chiamata antera.
Il filamento è la parte sterile dello stame, mentre l’antera è la parte fertile e contiene uno o due sacchi pollinici.
Gli stami hanno la funzione di generare dei granuli di polline. Dopo la maturazione dei granuli di polline viene a prodursi la cosiddetta deiscenza, ovvero l’apertura dell’antera, dalla quale viene rilasciato il polline.
Complesso dei pistilli
Il fiore è l’organo delle Angiosperme. O meglio: l’organo riproduttivo delle Angiosperme –le piante più evolute, con fiore vero e con seme protetto – nel quale si sviluppano i gametofiti (la forma aploide dello sviluppo dei vegetali). Qui avviene la fecondazione e si sviluppa il seme. I fiori possono avere solo organi riproduttivi femminili – in questo caso parliamo di complesso dei pistilli –o tutti maschili – gli stami – oppure essere ermafroditi.
Gli organi femminili del fiore costituiscono il gineceo, quelli maschili, come già detto, l’androceo. In natura ci sono anche fiori sterili. I fiori bisessuali sono detti perfetti. Alla base dei pistilli e degli stami può trovarsi il nettario, una piccola formazione da cui viene secreto il nettare, il liquido zuccherino che serve ad attirare gli animali impollinatori.
In alcuni fiori, in cui calice (insieme di sepali) e corolla (insieme di petali) sono distinguibili, l’intero involucro fiorale si chiama perianzio, e tutti gli elementi fiorali sono disposti attorno agli organi centrali riproduttivi. Il sepalo deriva dalla trasformazione di una foglia, e si pone all’esterno del fiore con funzione protettiva, avvolgendolo prima che si apra.
La riproduzione dei fiori
Le piante possono riprodursi sia per via asessuata, sia per via sessuata. La riproduzione dei fiori è sessuata e richiede l’intervento di due cellule: la cellula maschile, che è contenuta nei granelli di polline, e la cellula femminile, contenuta nell’ovulo del fiore.
Nel corso dell’evoluzione, il ruolo del fiore nel processo riproduttivo è diventato sempre più importante: i suoi petali sono diventati man mano più vistosi per attirare gli insetti, che, impregnandosi di polline, provvedono alla fecondazione dei fiori su cui si posano.
Nella riproduzione delle piante con fiore si distinguono i seguenti fenomeni:
- Impollinazione: perché avvenga la fecondazione è necessario che il polline prodotto da un fiore venga trasportato sullo stimma dello stesso fiore o di un altro fiore. Il trasporto del polline può avvenire per mezzo del vento, degli insetti o dell’acqua;
- Fecondazione: il granello pollinico che giunge sullo stimma raggiunge l’ovulo e avviene quindi la fusione fra il contenuto del granello pollinico e quello dell’ovulo, che si trasforma in seme. Avvenuta la fecondazione, il fiore si sviluppa in frutto contenente semi;
- Disseminazione: perché i vegetali si propaghino è necessario che i semi vengano trasportati a distanza dalla pianta che li ha prodotti, evitando che le nuove si sviluppino in uno spazio ristretto. I più comuni agenti della disseminazione sono il vento, l’acqua, gli animali, le piante e l’uomo;
- Germinazione: giunto sul terreno, il seme germoglia, se trova le condizioni favorevoli: una temperatura adeguata, una certa umidità e una sufficiente quantità d’aria. Assorbe quindi acqua dal terreno, si rigonfia e rompe gli involucri protettivi.