Conosciute anche come pesche saturnine al Centro Nord Italia, le pesche tabacchiere sono frutti molto dolci di taglia medio piccola, con polpa bianca, nocciolo molto piccolo e profumo intenso. Hanno origini siciliane e la loro stagione inizia verso metà giugno per finire a metà agosto.
La Prunis persica, varietà platycarpa – questo il nome scientifico del frutto – deve il suo nome comune alla tipica forma schiacciata che ricorda quella di una tabacchiera o anche il pianeta Saturno. La coltivazione delle pesche tabacchiere avviene prevalentemente nelle valli ai piedi dell’Etna (Simeto e Alcantara) ed è stata introdotta in Europa attraverso la Persia, ma ha origini cinesi, come il ciliegio e il melo. In origine le pesche tabacchiere erano piccole, con buccia pelosa e gusto aspro.
Pesche tabacchiere origine
La coltura del frutto presentava non poche difficoltà, a partire dalla brevissima durata del suo periodo di maturazione e dall’esigenza per crescere di un clima caldo e ventilato. L’origine delle pesche tabacchiere risale a metà degli anni Ottanta del ‘900, un imprenditore marchigiano cercò di risolvere queste problematiche importando in Italia la varietà americana Stark saturn, più adatta a climi meno caldi e comprendente varietà precoci e tardive, per poter allungare il periodo di produzione, inizialmente più limitati.
Le piante marchigiane furono poi impiantate in Sicilia e, dopo diversi miglioramenti genetici, coltivate in diverse regioni d’Italia. Oggi si coltivano anche in Basilicata, nelle Marche e in alcune regioni settentrionali, soprattutto in Romagna e Piemonte.
Marmellata di pesche tabacchiere
Le saturnine sono state per molti anni un frutto di nicchia, più difficile da reperire e più costoso degli altri, ma negli ultimi tempi la loro diffusione sta aumentando e oggi ne esistono varietà per tutti i gusti: precoci, tardive, con polpa gialla o bianca, buccia vellutata o quasi liscia. Le varietà più prelibate sono le precoci dal Sud Italia e le tardive dalle regioni settentrionali.
Il modo migliore per apprezzare questo tipo di pesca è consumarla fresca. L’industria dolciaria la utilizza anche per fare granite e gelati. Sempre più diffusa nelle case degli italiani, il loro gusto particolarmente dolce la rende adatta anche alla trasformazione in marmellata di pesche tabacchiere e sciroppi e all’utilizzo in preparazioni estive di dolci allo zabaione, torte, sorbetti e anche secondi a base di pesce.
Da diversi anni la tabacchiera è diventata presidio Slow Food, per agevolare la difficile commercializzazione di questo frutto delicato e particolarmente vulnerabile agli attacchi parassitari e per preservarlo dalle contaminazioni della moderna agricoltura.