L’orzaiolo è un’infiammazione acuta delle ghiandole sebacee alla base delle ciglia. Può essere localizzato nella parte esteriore della palpebra o in quella interna. Dolore e tensione, soprattutto alla palpazione, gonfiore e arrossamento della palpebra, forte arrossamento della zona interna della palpebra, prurito, sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio, lacrimazione aumentata, forte sensibilità alla luce, perdita di pus e in casi rari innalzamento della temperatura: questi i principali sintomi dell’orzaiolo interno.
Cosa lo causa e come si cura?
Le cause dell’orzaiolo
L’orzaiolo esterno colpisce le ghiandole di Zeis, quello interno interessa invece le ghiandole di Meibomio, le ghiandole sebacee collocate nello spessore delle palpebre e deputate alla sintesi dello strato lipidico del film lacrimale. L’orzaiolo interno è un processo infiammatorio acuto, suppurativo, causato da un’infezione da stafilococco (Staphylococcus aureus). Si forma all’interno della palpebra e rovesciandola sarà possibile riscontare un’area giallastra dove ha origine l’infiammazione, solitamente dovuta a un’ostruzione di una o più ghiandole sebacee.
La malattia può dipendere da fattori locali e costituzionali: la scarsa igiene del bordo palpebrale può favorire le infezioni batteriche, rappresentando una condizione locale predisponente. Possono inoltre soffrire di questa sindrome individui soggetti ad alcuni fattori costituzionali particolarmente debilitanti o ad alterazioni metaboliche generali, come il diabete, che possono favorirne l’insorgenza.
Cure per l’orzaiolo
In caso di orzaiolo interno è consigliabile intervenire tempestivamente con una cura, in quanto un processo troppo lento di guarigione potrebbe causare infiammazioni croniche e col tempo cisti, altrimenti dette calazi, da asportare chirurgicamente, per evitare astigmatismo e visione offuscata.
La terapia più frequente per l’orzaiolo interno consiste nell’applicazione di colliri e pomate antibiotiche spesso abbinati a impacchi caldo-umidi per agevolare la fuoriuscita del pus.
Gli impacchi di acqua calda vanno realizzati con garze sterili monouso, e possono aiutare l’orzaiolo a drenare il pus. Attenzione però agli impacchi a base di camomilla, malva o altri infusi omeopatici, perché potrebbero scatenare delle reazioni allergiche avverse. Essendo la zona colpita estremamente sensibile, sono sconsigliati i rimedi casalinghi e, in particolare, si suggerisce di non spremere l’orzaiolo con le mani, perché il rischio è di peggiorare l’infiammazione. In caso di orzaiolo in un bambino, è molto importante evitare il contatto mani-occhi, che potrebbe aggravare l’infiammazione.
Se i sintomi sono più acuti, potrebbe essere più opportuno, previo consulto medico, associare una cura antibiotica per via generale.
Quanto ai tempi di ripresa, l’orzaiolo guarisce in un intervallo variabile di tempo, da pochi giorni a qualche settimana.