Diversi sono gli eventi misteriosi legati a Grigorij Efimovič Novy, soprannominato lo stregone o il monaco pazzo e vissuto in Russia a cavallo tra l’800 e il ‘900. Stiamo parlando dell’uomo noto a tutti come consigliere dello zar Nicola II e conosciuto dalla storia con il nome di Rasputin.
Tra le varie stranezze a lui legate, indubbiamente la più celebre è quella del pene di Rasputin, che deriva molto probabilmente dalla sua fama come amante.
Rasputin e gli zar
La figura di Rasputin è da sempre accompagnata da un’aura molto carismatica, che gli fece fin da giovane guadagnare il ruolo di guaritore e, al contempo, gli permise di condurre un’esistenza piena di conquiste al femminile e di successo, fino a suscitare l’ira e l’invidia delle persone sbagliate…
Nato nel 1869 da una famiglia russa contadina, Rasputin sopravvisse alla brutta polmonite che purtroppo aveva stroncato il fratello, e crescendo iniziò a condurre uno stile di vita molto dissoluto, che però non gli impedì di sposarsi all’età di 19 anni e di fare 5 figli, 2 di loro morti in tenera età.
Il suo incontro con la famiglia degli zar risale all’inizio del XX secolo, quando Nicola II e la moglie Alessandra si resero conto che il figlio Alessio soffriva di emofilia. Rasputin, chiamato a corte come guaritore, mostrò doti quasi miracolose, riuscendo dove tutti i medici avevano fallito e determinando il miglioramento delle condizioni di salute del piccolo.
Da lì, da famoso guaritore a figura sempre presente a corte il passo fu breve, e l’onnipresenza dell’uomo finì per alimentare molte dicerie sul suo conto. Molti a corte parlavano dei suoi frequenti festini a base di sesso e alcol, della sua condotta discutibile, dei suoi rapporti di grande prossimità con le figlie dello zar, fino a sospettare che avesse un notevole controllo sulle questioni politiche concernenti l’impero russo.
Il pene di Rasputin
L’elemento più leggendario legato a quest’uomo si dice sia esposto al museo erotico di San Pietroburgo: pare che tutte le donne russe che cadevano ai suoi piedi fossero a conoscenza delle dimensioni incredibili del pene di Rasputin, lungo 33 cm e spesso esibito da lui stesso nei locali in cui andava a mangiare. E leggendario sarebbe stato non solo da vivo, ma anche il suo destino post mortem: secondo la leggenda, di cui non si hanno prove, il suo membro fu trovato sulla scena del delitto dalla cameriera, dopo la congiura che lo fece assassinare; poi il pene di Rasputin fu venerato come una reliquia a partire dal 1920 da un gruppo di esuli russe a Parigi che lo conservò in una bara di legno, e infine recuperato e portato in California dalla figlia. Pare sia stata la casa d’aste Bonham ad acquistarlo da Michael Augustine, insieme ad alcuni manoscritti della figlia del guaritore, per poi destinarlo al museo erotico di San Pietroburgo, dove sarebbe tuttora esposto in un vaso in formaldeide.
La morte di Rasputin
L’intera vicenda legata alla morte di Rasputin, non solo il suo membro, è avvolta da un fascino leggendario. La cosa certa è che fu assassinato da una congiura ad opera del principe Jusupov e dei suoi complici, l’aspetto leggendario è la sua resistenza miracolosa: la leggenda narra che riuscì a uscire quasi indenne da un crescendo di violenza che nessuno avrebbe potuto sostenere; uscito quasi sano dal tentato avvelenamento con cianuro di tutte le portate della sua cena, che sarebbe bastato a uccidere chiunque, non si dissanguò con il proiettile alla schiena, sparato dal principe dopo il tentato avvelenamento, né con i 4 colpi ulteriori dei complici. Dove non riuscirono cianuro e proiettili, riuscì però l’acqua: Rasputin morì per annegamento, dopo che il suo corpo sopravvissuto al veleno e ai proiettili fu messo a forza in un sacco e gettato nel fiume Neva… e qualcuno sostiene che, durante la cremazione che seguì al ritrovamento del cadavere, si mise seduto durante il rogo, alimentando senza fine la reputazione leggendaria del personaggio.