Spesso e volentieri, per patalogie più o meno gravi, siamo abituati ad assumere dei medicinali; con la stessa frequenza, però, dobbiamo prenderne altri per placarne gli effetti aggressivi.
Non a caso in Italia, ogni giorno, si sente parlare sempre più spesso di una tipologia di farmaco che comprende differenti principi attivi e presenta target eterogenei, nonché svariati meccanismi d’azione: il gastroprotettore.
- Cosa sono i gastroprotettori
- Inibitori di pompa protonica (IPP)
- Gastroprotettori per antinfiammatori
- Copertura per lo stomaco: il protettore gastrico
- Farmaci protettori dello stomaco
- Rischi dei farmaci gastroprotettori
- Gastroprotettori naturali: i vantaggi di un protettore gastrico naturale
- Kuzu: proprietà e controindicazioni
Cosa sono i gastroprotettori
Con il termine “gastroprotettori” si indica, in realtà, tutta una serie di farmaci che – come si può facilmente intuire dal loro nome – assolvono la funzione di proteggere lo stomaco e la sua mucosa dai diversi danni che possono subire. Questi farmaci, scientificamente definiti inibitori di pompa protonica (IPP), sono stati introdotti nel 1989 per il trattamento delle patologie gastro-intestinali come la dispepsia (digestione difficile), la malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), la sindrome di Zollinger-Ellison e l’ulcera gastroduodenale, ma anche per contrastare particolari condizioni patologiche che agevolano la formazione di lesioni a livello della stessa mucosa gastrica: stress, deficit di barriera della mucosa e infezioni da Helicobacter pylori sono solo alcuni dei casi più frequenti che rientrano in questa cerchia di problematiche.
Inibitori di pompa protonica (IPP)
Gli inibitori di pompa protonica (IPP), attraverso l’inibizione della secrezione acida dello stomaco, svolgono un ruolo fondamentale nel processo di cura e prevenzione delle suddette patologie: tali principi attivi, infatti, hanno la capacità di legarsi in maniera irreversibile alla pompa protonica (H+/K+-ATPasi) che ricopre le membrane delle cellule parietali della mucosa gastrica, andando ad impedire un aumento della produzione di acido cloridrico.
La durata d’azione degli inibitori di pompa protonica si estende per un lasso di tempo davvero significativo, quasi 24 ore, riuscendo ad inibire sia la secrezione di acido basale sia quella sitmolata dall’assunzione diretta dei vari alimenti.
Gastroprotettori per antinfiammatori
Nella pratica clinica i gastroprotettori per antifiammatori compaiono nella lista dei farmaci più prescritti al mondo, andando ad occupare il secondo posto in questa particolare classifica.
Nonostante gli inibitori di pompa protonica siano, in linea generale, ampiamente tollerati dalla quasi totalità dei pazienti, tuttavia, non è da sottovalutare la potenziale associazione tra il loro utilizzo e un aumento sensibile del rischio di frattura, anche se, i dati relativi a questa possibilità, ci parlano di percentuali minime.
I gastroprotettori, infatti, sono estremamente utili per ridurre il dolore della frattura stessa e inoltre contribuiscono alla prevenzione dello stomaco dai possibili effetti collaterali di antinfiammatori e antidolorifici: lenire il senso di dolore e fastidio si accompagna ad una consequenziale riduzione clinica dell’assunzione di antidolorifici, moderando l’incidenza di fastidi gastrici provocati proprio dagli antinfiammatori.
Copertura per lo stomaco: il protettore gastrico
Non è raro, per coloro che purtroppo soffrono di dolori gastro-intestinali, che venga prescritta – anche solo a scopo preventivo e per lunghi periodi – l’assunzione di farmaci antinfiammatori: questi, per le loro caratteristiche specifiche, tendono a indebolire la naturale protezione dello stomaco dall’acido cloridrico e – a volte – influiscono negativamente su tutto l’apparato digerente. Risulta molto utile, in questi casi, sapere come garantirsi una buona “copertura” per lo stomaco.
La pratica più comune adottata dai medici specialisti per contenere gli effetti negativi provocati dall’uso degli antifiammatori prevede, per l’appunto, la prescrizione e la relativa assunzione di un protettore gastrico che, contribuendo alla diminuzione della produzione di acido cloridrico, vada a tamponare l’effetto erosivo sulla mucosa gastrica, indebolita dagli stessi.
Farmaci protettori dello stomaco
La lista dei farmaci protettori dello stomaco è davvero lunga e comprende nomi che ai più risulteranno inusuali: l’omeprazolo (MEPRAL), ad esempio, è il gastroprotettore più prescritto dai medici occidentali, ma non sono da meno farmaci come il lansoprazolo (LIMPIDEX), l’esomeprazolo (LUCEN), il pantoprazolo (PANTORC), il dexlansoprazolo (DIXILANT) e il rabeprazolo (PARIET) – tutti ugualmente utilizzati e tenuti in grande considerazione dagli specialisti.
Rischi dei farmaci gastroprotettori
Una diffusione così ampia dei gastroprotettori è probabilmente legata all’errata convinzione che questi medicinali comportino il manifestarsi di effetti collaterali irrisori.
Tuttavia, i rischi legati ai farmaci gastroprotettori esistono e sono correlati principalmente al loro utilizzo cronico: abusare per lunghi periodi dell’assunzione di inibitori di pompa protonica porta all’affievolimento della funzione di “barriera acida” dello stomaco. In questo modo, nel momento in cui avviene il passaggio dei batteri più pericolosi, come clostridium difficile e salmonella, questi riescono a raggiungere e colonizzare l’intestino senza grandi difficoltà.
I pazienti che riportano un uso cronico dei gastroprotettori vedono, nella maggior parte dei casi, un aumento significativo (fino a otto volte superiore) del rischio di infezioni intestinali gravi: conseguenze non troppo dissimili sono state documentate anche nel tratto oro-faringeo, in cui l’alterazione del pH ha provocato l’aumento di faringiti e polmoniti.
Studi recenti, inoltre, hanno evidenziato anche un possibile legame tra l’assunzione continuativa dei gastroprotettori e il manifestarsi di malattie renali, acute e croniche.
Da non sottovalutare, infine, il nesso che unisce l’utilizzo di IPP con il calo di magnesio e potassio ematici, possibili responsabili dell’apparizione di disfunzioni cardiovascolari, specie nella popolazione anziana, già fortemente esposta a queste patologie.
Teniamo pertanto in considerazione che gli inibitori di pompa protonica sono dei farmaci molto utili, purché si utilizzino per brevi periodi in quanto un utilizzo prolungato potrebbe far sì che i danni superino i benefici. In generale nessun farmaco deve mai essere usato per lunghi periodi pensando che non abbia conseguenze.
Gastroprotettori naturali: i vantaggi di un protettore gastrico naturale
Gli inibitori di pompa protonica, dunque, sono farmaci molto utili – specie per sintomi lievi –, ma il loro utilizzo prolungato potrebbe fare in modo che i benefici della loro assunzione siano superati dagli effetti collaterali: non sempre è necessario assumere questi farmaci quando viene prescritta una cura a base di antinfiammatori. Per questa ragione sempre più persone si affidano a dei gastroprotettori naturali.
La terra è da sempre amica dell’uomo e per constrastare i disturbi gastrici di entità più lieve (pasti troppo abbondanti o intensi periodi di stess) risultano essere molti utili alcuni rimedi naturali come gli estratti vegetali che, una volta assunti, non sortiscono alcun effetto collaterale.
Disponibili in compresse, capsule e tisane, i gastroprotettori naturali sono molto apprezzati dal pubblico, e – tra i più famosi – troviamo l’alloro, la melissa, la liquirizia, l’aloe vera, l’artiglio del diavolo e una straordinaria pianta rampicante originaria del Giappone, il kuzu, altro eccellente protettore gastrico naturale.
Kuzu: proprietà e controindicazioni
Da sempre usata in cucina, a causa delle sue proprietà addensanti, utile per curare l’acidità di stomaco e i disturbi legati all’apparato gastrointestinale, questa pianta è considerata un ottimo gastroprotettore omeopatico.
Scopriamo del kuzu proprietà e controindicazioni.
Proprietà:
- protegge e ripara l’apparato gastrointestinale;
- regola le attività intestinali;
- combatte lo stress;
- regola la pressione;
- funge da antidolorifico.
Controindicazioni:
Non sono previste particolari controindicazioni. Tuttavia, dal momento che gli isoflavoni contenuti nel kuzu agiscono sul sistema ghiandolare e ormonale delle donne, ne è sconsigliato il consumo in caso di cancro al seno.