La pinsa romana ha origini molto antiche, tanto da essere considerata l’antenata della pizza. Tuttavia, a differenza della classica pizza, la specialità capitolina ha una forma ovale o rettangolare ed è da questa caratteristica che ne deriva il nome. Pinsa, infatti, viene dal latino “pinsere” che vuol dire allungare o stendere. Si tratta di un pasto povero della tradizione romana, a base di acqua e cereali. Veniva consumato principalmente dai contadini che solevano condirla con olio, sale e erbe aromatiche. Oggi la pinsa romana è diventata una delle specialità di punta dello street food della Capitale e può essere gustata anche farcita.
L’impasto della pinsa romana
La pinsa romana è sicuramente più leggera e digeribile rispetto alla tradizionale pizza. L’impasto, infatti, è caratterizzato da un basso contenuto di lievito e da un’elevata idratazione che ne riduce i livelli di carboidrati e grassi: per questo, la pinsa romana risulta essere meno calorica e adatta a chi vuole concedersi un pasto sfizioso senza rinunciare alla linea. L’impasto leggero, inoltre, rende la pinsa sottile, morbida dentro e croccante fuori, adatta per un vero e proprio pasto o per uno spuntino nel corso della giornata.
L’impasto della pinsa romana deve lievitare per 24 ore all’interno del frigorifero. Viene preparato con acqua fredda (che ne costituisce circa l’80%) e con un mix di farine di frumento, di riso e di soia, che ne rappresentano gli unici ingredienti.
La farina per la pinsa romana
Oltre all’impasto, un’altra caratteristica importante che contraddistingue la pinsa romana è il mix di farine richiesto per la sua preparazione. La ricetta originale, infatti, consiglia l’utilizzo di una miscela di frumento, di farina e di soia. Ed è anche grazie a questa unione che si ottiene una pietanza unica nel suo genere ed oggi famosa in tutta Italia.
Generalmente, gran parte della farina per la pinsa romana è quella di frumento: per un chilo di miscela, l’80% è rappresentato dalla farina di grano tenero, il 15% dalla farina di riso e il 5% dalla farina di soia. A questo chilo di farina si aggiunge un litro di acqua fredda che permette di arrivare all’80% di idratazione.
Dove mangiare la pinsa romana
Il locale in cui è possibile consumare l’originale pinsa romana si chiama “pinseria” e sicuramente la città ideale in cui gustare l’originale ricetta è proprio Roma.
Le pinserie possono essere ampie e dotate di molti posti a sedere oppure formate un solo bancone con qualche sgabello, come una pizzeria al taglio specializzata nel servizio d’asporto.
La Capitale è piena di questi posti tipici, ma per assaggiare la vera ricetta è importante sapere dove mangiare la pinsa romana, preparata come vuole la tradizione e con ingredienti genuini. Tra i locali più in voga a Roma vanno menzionati le pinserie Pinsa e Buoi Dei, La Pratolina, L’Albero Cocciuto, Domus Pinsa Alberone, Core de Roma, ma anche Pinsere, Magnifico Eat, La Queen del Molise o Pinsa Re.