Quella del restauratore è una professione unica nel suo genere in quanto unisce il frutto dello studio di tanti anni nel campo dell’arte a uno spiccato senso pratico e manualità. Non ci si limita ad avvicinarsi all’opera d’arte, ma la si fa propria, cercando di riportarla all’antico splendore.
Ma come si ottiene la qualifica di restauratore? Scopriamo insieme l’iter da seguire, la retribuzione, nonché la condizione lavorativa attuale di questa affascinante professione.
Se t’interessa, qui puoi scoprire cosa fa il bronzista.
- Come diventare restauratore: i corsi e il concorso per restauratori
- Quanto guadagna un restauratore dipendente pubblico
- Retribuzione del restauratore: stipendio nel privato
- Professione restauratore: le condizioni attuali
Come diventare restauratore: i corsi e il concorso per restauratori
Il restauratore è il professionista specializzato nel sistemare, riaggiustare, riparare e, in altre parole, restituire nuova luce a qualsiasi opera si sia rovinata o deteriorata nel corso degli anni. Si occupa del restauro di quadri e affreschi, mosaici e arazzi, statue e lapidi,libri antichi e pergamene, strumenti musicali, gioielli, manufatti tessili, mobili, materiale fotografico e cinematografico, complementi in ceramica, vetro, metallo e molto altro.
Vediamo allora come diventare restauratore. Non vi è un percorso di studi standard per diventarlo. L’ideale sarebbe iniziare il percorso fin dalle scuole superiori, frequentando un istituto d’arte o il liceo artistico. Successivamente, per procedere con una vera e propria specializzazione, si può scegliere l’indirizzo di Restauro proposto dall’Accademia di Belle Arti, oppure il corso di laurea magistrale in Conservazione dei Beni Culturali. O ancora si può decidere di frequentare una scuola di restauro statale/regionale (ad esempio l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure o l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Librario e Archivistico). Ma si può considerare di prendere anche parte a un concorso per restauratori, partecipando al bando emesso ogni anno. In questo modo si può essere ammessi a una delle scuole di Alta Formazione: i posti sono limitati, si tratta di massimo 15 allievi all’anno ed è possibile scegliere tra uno dei percorsi formativi professionalizzanti.
Quanto guadagna un restauratore dipendente pubblico
Quanto guadagna un restauratore se è dipendente pubblico?
Se si ha la fortuna di esercitare la professione di restauratore in qualità di dipendente pubblico, lo stipendio si aggira tra i 20.000-30.000 euro annuali. Ovviamente anche la figura del dipendente pubblico è stato regolato dalla legge Merloni, che regola gli appalti pubblici per autostrade e imprese.
Retribuzione del restauratore: stipendio nel privato
Il restauratore ha uno stipendio precario nel settore privato, oggi più che mai.
In tempi floridi si potevano guadagnare anche 80.000 euro l’anno; adesso molto dipende da quanto è avviato il proprio laboratorio, ma siamo molto lontani da quelle cifre, almeno per la maggior parte dei componenti della categoria. Oltretutto, pur avendo uno stipendio incerto, spesso il restauratore si accolla anche le spese degli spostamenti. Mettiamo per assurdo che sia necessaria un’analisi preliminare al lavoro e i fondi per quella verifica non siano stanziati: il restauratore probabilmente si muoverà mettendo mano al proprio portafoglio.
Professione restauratore: le condizioni attuali
La professione del restauratore, inutile dirlo, sta vivendo una condizione il cui trattamento non è adeguato all’importanza della figura. L’Italia ha un’alta concentrazione di patrimoni artistici, opere di vario genere che richiedono cure e manutenzione. Ma nonostante il bisogno di lavoro sul campo sia ingente, l’offerta di lavoro non è adeguata.
La Pubblica Amministrazione sporadicamente promuove degli appalti attraverso cui lavorare. Si tratta di progetti che vengono retribuiti circa 1200-1300 euro al mese. Tuttavia, siccome si tratta di soldi stanziati da enti pubblici, tali fondi vengono dilazionati in tempi lunghissimi. Il risultato di tutto questo è che poi, al fine di aggiudicarsi la gara, le ditte private prevalgono sui professionisti singoli, abbassando a dismisura il costo dell’offerta, fino quasi a dimezzarlo. Oltretutto, accade che tali ditte private, non presentino nel novero dei loro operai dei professionisti specializzati in restauro. Il risultato finale è che le imprese più grosse diano il lavoro in sub-appalto ai “pesci più piccoli”. Il tutto sfocia in una perdita di tempo e risorse.