L’accensione del riscaldamento a Milano, come per le altre città di Italia, è attentamente regolamentata da specifiche norme.
- Quali sono le regole per l’accensione del riscaldamento
- A che temperatura deve essere tenuto il riscaldamento
- Il riscaldamento negli uffici
- Quanto si consuma per il riscaldamento
- Consigli su come risparmiare sulle bollette del riscaldamento
Quali sono le regole per l’accensione del riscaldamento
L’Italia è stata divisa in sei zone climatiche sulla base della temperatura media annuale. Le sei zone sono identificate con una lettera, dalla A alla F. Le provincie rientranti nella zona F non hanno alcun tipo di limitazione, mentre la maggior parte delle province del nord Italia rientrano nelle zone E e D, come per esempio Milano, e sono autorizzate ad accendere il riscaldamento dalla metà di ottobre fino alla metà del mese di aprile, per un massimo di quattorci ore al giorno. L’accensione può essere posticipata in caso di persistenza di temperature elevate fino all’inizio di novembre. Tenendo conto della variabilità della temperatura e delle previsioni meteo i Comuni concedono l’accensione anticipata dei termosifoni o la sua posticipazione.
A che temperatura deve essere tenuto il riscaldamento
La normativa che ha suddiviso l’Italia in sei aree climatiche definisce anche a che temperatura deve essere tenuto il riscaldamento e gli orari. Per quest’ultimi si precisa che l’accensione del riscaldamento è concessa dopo le cinque del mattino, mentre deve essere spento entro le unidici della sera. Per legge, nelle abitazioni private ma anche nelle scuole, la temperatura massima del riscaldamento non deve superare i venti gradi centigradi con due gradi di tolleranza. Per i capannoni di natura artigianale e industriale la temperatura massima concessa è invece di diciotto gradi. Queste limitazioni hanno come unico obiettivo limitare i consumi di energia e, di conseguenza, diminuire gli effetti del riscaldamento sull’inquinamento atmosferico.
Il riscaldamento negli uffici
Negli ambienti condivisi, come per esempio gli uffici, è difficile mettere tutti d’accordo sulla questione temperatura. Il problema risulta ancora più difficile da risolvere se i lavoratori condividono un open-space, ma a mettere tutti d’accordo e a calmare gli animi ci pensa la legge DPR numero 74/2013. In essa è chiaramente scritta quale sia per legge la temperatura negli uffici: venti gradi centigradi con due gradi di tolleranza.
Quanto si consuma per il riscaldamento
L’energia utilizzata nell’edilizia residenziale per l’acqua calda e per riscaldare gli ambienti rappresenta circa il 30% dei consumi energetici a livello nazionale e ben il 25% delle emissioni totali di anidride carbonica. Si possono però effettuare degli interventi strutturali o assumere semplici accorgimenti per diminuire le spese per il riscaldamento fino al 40%.
Consigli su come risparmiare sulle bollette del riscaldamento
- limita il riscaldamento delle stanze non utilizzate;
- installa valvole termostatiche sui termosifoni per poter regolare l’afflusso dell’acqua;
- rispetta i limiti imposti dalla legge: puoi risparmiare fino al 15%;
- elimina gli spifferi;
- spegni il riscaldamento un’ora prima di uscire di casa e un’ora prima di andare a dormire;
- non sottovalutare l’importanza della manutenzione della caldaia (i controlli devono essere fatti ogni due anni per gli impianti a combustibile e ogni quattro anni per gli impianti a gas metano o GPL);
- ricorda che grazie alla riforma del 2013 si può scegliere una forma di riscaldamento autonomo anche se si abita in un condominio con impianto centralizzato (scegliere un sistema di riscaldamento autonomo permette infatti di risparmiare fino al 30% sulla bolletta del gas);
- acquista per la tua abitazione finestre e serramenti di qualità: questi apportano il vantaggio di contrastare la dispersione di calore, mantenendo la temperatura dello spazio abitativo costante. Il risultato? Meno consumi energetici e più risparmio in termini economici!