Le origini della musica indiana sono tracciate già nei libri delle sacre scritture Indù – i Veda – e affondano le proprie radici nel concetto spirituale per cui La creazione è una manifestazione della Coscienza a differenti livelli di vibrazione.
È uno stile monofonico, basato su una singola linea melodica detta raga, un termine sanscrito traducibile in ciò che colora lo spirito. Il canto ha ovviamente un ruolo fondamentale, ma è sempre accompagnato da strumenti musicali, ben diversi da quelli utilizzati nella musica occidentale, a parte il violino, arrivato con i colonizzatori francesi, ma subito modificato in funzione dei suoni e delle melodie della musica indiana.
Qui parleremo delle caratteristiche della tipica chitarra indiana – o meglio – dello strumento a corde indiano più famoso della tradizione della musica indiana, ancora troppo poco conosciuta in Occidente.
Sei un amante degli strumenti a corde? Allora non puoi esimerti dall’imparare a suonare l’arpa.
- Mohann Veena e la tecnica “slide” per chitarra
- La tipica chitarra indiana: il sitar
- Surbahar
- Un altro strumento indiano a corde che accompagna la chitarra indiana sitar: il tambura
- Altri strumenti musicali indiani oltre la chitarra indiana
Mohann Veena e la tecnica “slide” per chitarra
La Mohann Venna – dal nome del suo ideatore – è uno strumento tipico dell’India. È molto simile a una chitarra europea, ma con importanti differenze per quanto riguarda il numero delle corde e la loro accordatura. È uno strumento piuttosto recente – la sua creazione risale alla metà del secolo scorso –, ma viene suonato secondo una tecnica antichissima.
Le corde delle chitarre indiane sono tre o quattro e vengono fatte vibrare scorrendo un oggetto molto pesante – in genere in metallo, ma anche in vetro o pietra levigata – sulle corde stesse. Questo metodo permette di ottenere i suoni tipici delle melodie indiane e ha una forte somiglianza con la tecnica “slide” per chitarra nel blues.
A fianco delle corde per la melodia ce ne sono altre due, dette chikari, che forniscono un sostegno ritmico dell’esecuzione. Oltre a queste, esistono una dozzina di sottili corde di risonanza, posizionate sotto le corde della melodia, in modo che siano rialzate o messe lateralmente, ma sempre e comunque parallele alle corde della melodia.
La caratteristica della chitarra indiana è che viene tenuta appoggiata in grembo, con il manico verso sinistra.
La tipica chitarra indiana: il sitar
Come si chiama la tipica chitarra indiana più famosa della tradizione indiana?
La chitarra indiana è il sitar, detto anche liuto antico. È stata inventata dal musicista Amir Khusrau nel XIII secolo, presso la corte dell’allora sultano di Nuova Dehli. È lo strumento tipico indiano più conosciuto in Europa. La sua caratteristica è un lungo manico di legno mentre la cassa acustica è costituita da una zucca tonda tagliata a metà, svuotata e lasciata essiccare a lungo. I ponti su cui poggiano le corde sono in corna di cervo o di bufalo. Dunque, la tipica chitarra indiana si differenzia molto dalle nostre che, al contrario, presentano una cassa acustica molto più grande e un manico non eccessivamente lungo.
Vista la sua recente nascita, la chitarra indiana è uno strumento ancora suscettibile di cambiamenti, sia per quanto riguarda la costruzione e l’accordatura, sia per quanto riguarda la tecnica esecutiva.
È una combinazione della Vina indiana e del Tamburo persiano. In origine era dotato di tre sole corde, mentre nella versione moderna ne ha molte di più, venti. Tredici di queste sono posizionate sotto le altre sette e sono simpatiche, cioè vibrano senza necessità di un contatto diretto, ma a seguito del moto vibratorio delle corde sovrastanti.
Per suonare il sitar, il musicista indossa un anello metallico chiamato mizrab che si infila all’indice della mano destra.
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La chitarra Surbahar
Questo strumento a corde è molto simile a un Sitar, ma più grande il Surbahar ha un suono notevolmente più basso rispetto al suo “quasi gemello”.
È uno strumento simile ad una chitarra in cui il manico in legno è molto lungo e generalmente sul retro è applicata una seconda cassa armonica realizzata con una zucca o in legno. In cima, fa da ornamento una testa di cigno o di drago. La prima cassa armonica, invece, è una grande zucca dalla forma schiacciata.
Come il Sitar, anche Surbahar ha venti corde, di cui tredici di risonanza – o simpatiche – e sette principali.
Un altro strumento indiano a corde che accompagna la chitarra indiana sitar: il Tambura
Anche il tambura è uno strumento indiano a corde piuttosto simile al Sitar, ma privo di tasti incurvati sul manico. Il numero di corde è però nettamente inferiore: varia da quattro a sei a seconda dei modelli (quelli più sofisticati possiedono anche corde simpatiche), che vengono pizzicate a ritmo regolare, in modo da creare una risonanza armonica sul drone (o bordone).
È un liuto “bordone”, appunto, cioè utilizzato per creare un sottofondo nei brani musicali strumentali e soprattutto per accompagnare strumenti come la chitarra indiana sitar e il cantante solista. La sua forma è un po’ diversa rispetto al liuto classico, in quanto presenta un collo allungato.
Altri strumenti musicali indiani oltre la chitarra indiana
Oltre la classica chitarra indiana, però, esistono altri strumenti musicali indiani. Un esempio è la Tabla, uno strumento famosissimo, costituito da due percussioni attaccate, di cui una offre un suono dal timbro alto e legnoso, mentre l’altra offre un suono dal timbro più basso e cavernoso.
Un altro strumento è il Bansoori, un flauto di bamboo con imboccatura traversa, la cui misura è variabile, così come la sua intonazione: questi due fattori sono strettamente correlati.
Il Dhol è un tamburo di origini bengalesi, molto usato nei canti devozionali. È fatto in terracotta ed è costituito da due pelli molto ridotte; ciò incide sulla sua sonorità rendendola più acuta.