Il carbone vegetale contenuto nel pane e nella pizza non fa male. Il carbone vegetale ad uso alimentare è contenuto nei prodotti in quantità minime, tanto da essere considerato un additivo utilizzato come colorante – presente sulle etichette con la sigla E 153 – e non un ingrediente.
Cos’è il carbone vegetale
Il carbone vegetale si ottiene della legna bruciata a temperature molto elevate – 500/600 °C – e in atmosfera quasi priva di ossigeno.
In medicina il carbone vegetale viene usato da molto tempo come farmaco antiveleno e viene fatto bere a chi ingerisce sostanze tossiche, come funghi o altri veleni.
Negli ultimi anni il carbone vegetale, da farmaco per casi estremi, è diventato un integratore alimentare, sottoforma di pastiglie e barrette. E’ consigliato come rimedio naturale alternativo ai farmaci per le persone che soffrono di stitichezza, pancia gonfia e meteorismo.
I panettieri usano il carbone vegetale in polvere, una specie di farina nera inodore e insapore che mischiano all’impasto e alla farina vera e propria.
Il carbone vegetale fa bene?
Il carbone vegetale come farmaco antiveleno da una parte e come integratore alimentare dall’altra ha degli effetti benefici e positivi.
Tuttavia l’uso alimentare del carbone vegetale è qualcosa di diverso dall’utilizzo dello stesso come integratore alimentare: “Il carbone vegetale viene usato al momento del bisogno e chi lo mangia con continuità attraverso i prodotti da forno non può pensare di prevenire in questo modo i disturbi intestinali”, spiega Laura Rossi, nutrizionista al Crea Alimenti e nutrizione. I prodotti da forno, come tutti quelli lievitati, possono dare una spiacevole sensazione di gonfiore. In alcuni casi anche bruciore di stomaco. “Una pizza con il carbone vegetale non è più digeribile. L’effetto c’è, ma è talmente blando da non essere percepibile” continua Marco Silano, direttore del reparto Alimentazione e nutrizione all’istituto Superiore di Sanità.
Il carbone vegetale non è nato per essere mangiato abitualmente. Tanto che – per l’uso alimentare – in Europa non è considerato un ingrediente ma un additivo, un semplice colorante il cui nome “in codice” è E 153.
Ciononostante le vendite di questi prodotti sono aumentate nel corso dell’ultimo anno e il prezzo al chilo è superiore del 50% rispetto al pane di grano duro.
Il carbone vegetale è cancerogeno?
L’EFSA – l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – sostiene che per le quantità minime in cui viene assunto, non ci sono rischi che il benzopirene, presente in dosi infinitesimali, possa avere effetti nocivi sulla salute, considerando che non viene neanche assorbito dall’apparato gastro-intestinale.
Il pane e la pizza al carbone vegetale quindi non fanno male, ma non hanno nemmeno tutte quelle proprietà tanto declamate.