Ogni città ha i suoi modi di dire, le sue espressioni tipiche dialettali che coloriscono e caratterizzano il linguaggio dei locali. Ecco qualche proverbio romano e alcuni modi di dire romani divertenti.
Frasi romanesche divertenti
- Chi sparte c’ha la mejo parte, ovvero: chi fa le parti si prende la parte migliore. Questo vecchio proverbio romano parla del noto conflitto di interessi e si riferisce al fatto che chi ha il potere decisionale tende a guardare con priorità i propri interessi
- Amico de tutti e de gnisuno è tutt’uno, ovvero: amico di tutti e di nessuno è la stessa cosa. Questo detto popolare esorta a diffidare delle persone che si mostrano grandi amiche di tutti e vogliono a tutti costi piacere in modo indiscriminato, senza mai prendere una posizione chiara, perché generalmente si tratta di persone che fanno soltanto il proprio interesse, non essendo di fatto amiche di nessuno.
- Li parenti der papa diventeno presto cardinali, ovvero: i parenti del Papa diventano presto cardinali. Con questo detto si fa riferimento alle dinamiche di favore che si innescano in ambito sociale, politico e lavorativo tra persone che ricoprono un ruolo di potere e suoi conoscenti, a discapito della meritocrazia. Come gran parte dei detti usati nella capitale, anche questo risale circa al XVI secolo, quando a Roma il Papa aveva un potere temporale assoluto ed apparteneva sempre a famiglie nobili.
Modi di dire romani divertenti
- Iddio nun è trino ma quattrino, ovvero “Dio non è trino ma quattrino”. Trino si riferisce alla trinità del Dio cristiano costituita da Padre, Figlio e Spirito Santo. Quattrino invece si riferisce al modo di indicare il soldo nel dialetto romano – i quattrini sono i soldi. Come dire che spesso il Dio che conta di più nella vita terrena è il denaro.
- Mejo faccia tosta, che panza moscia, ovvero: “Meglio faccia tosta che pancia moscia”. La “pancia moscia” allude alla povertà, alla mancanza di cibo. Si può facilmente interpretare con: “Meglio avere la faccia tosta che morire di fame”. Questa espressione viene utilizzata per giustificare quelle situazioni in cui è entrata in gioco una qualche forma di scorrettezza, giustificata però da una situazione difficile.
- “San Pietro se féce prima la barba ppe’ sé, e ppoi disse ch’er rasore nun tarava”, ovvero “San Pietro prima si fece la barba, poi disse che il rasoio non tagliava”. L’espressione viene utilizzata per indicare l’avidità e l’egoismo di chi per primo si accaparra qualcosa, senza pensare agli altri e poi si giustifica sminuendo ciò di cui si è impossessato. O anche chi si lamenta, non prima di aver sfruttato quello che disprezza.
- “Arimane’ come Don Farcuccio…” ovvero rimanere come Don Falcuccio. Questa espressione viene usata quando, nonostante sia possibile un’alternativa si subirà comunque un danno.
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