La nevralgia ai denti colpisce l’arcata dentale ed è un dolore forte, acuto e talvolta prolungato, in corrispondenza di un nervo dentale affetto da patologia o della gengive. La sensazione di dolore, accompagnata da bruciore, può essere avvertita anche in altri punti del viso, come occhi, naso, mascella e fronte. In taluni casi questo può accadere anche quotidianamente, anche se per la maggior parte dei soggetti le fitte si verificano a distanza di giorni o settimane.
La patologia dentale si manifesta con dolore a denti e gengive, più frequentemente per soggetti che hanno superato i 50 anni, ma non sempre è semplice riconoscerla. Se è vero, infatti, che nella sua forma più acuta può rendere molto doloroso qualsiasi movimento facciale, il più delle volte la nevralgia ai denti si manifesta con sintomi più leggeri: mal di denti, difficoltà di masticazione e deglutizione.
La fitte, che durano tra i tre secondi e i due minuti, sono causate dall’infiammazione e dal deterioramento del nervo trigemino, chiamato anche “quinto nervo cranico”.
Nevralgia dentale notturna
Una forma molto diffusa di nevralgia dentale è quella notturna, spesso causata da bruxismo. Si tratta di una malfunzione che causa la contrazione della muscolatura masticatoria e il digrignare dei denti durante il sonno, provocando dolore. Questo fenomeno, che può verificarsi anche più volte in una notte, avviene inconsapevolmente e si stima che si interessi il 10% circa della popolazione.
Nevralgia denti come farla passare
Qualunque sia la causa, è bene non sottovalutare il problema e chiedere un parere al medico di riferimento. Soltanto per i casi più estremi si ricorre all’intervento chirurgico, mentre nelle manifestazioni più comuni la cura è composta da farmaci in grado di affievolire la sintomatologia dolorosa fino ad eliminarla. Tra questi, menzioniamo: Clonazepam, Lamotrigina, Gabapentin, Fentanil, Fenitoina e Ossicodone.
Considerando le molteplici cause possibili e le differenti aree facciali che possono interessare la nevralgia ai denti, consigliamo di condividere la valutazione del caso con un medico o un dentista; e, anche quando possa sembrare poco grave o apparentemente non preoccupante, di non sottovalutare la situazione e di prevenire un suo futuro peggioramento.
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