Nonostante faccia senza dubbio bene alla salute, certe volte lo sport può essere fonte di infortuni anche seri. Lo sanno bene i milioni di sportivi che ogni anno devono purtroppo ricorrere alle cure e all’assistenza di ortopedici e fisioterapisti per risistemare cartilagini, tendini o ossa rotte. Niente paura, però, al giorno d’oggi la maggior parte degli infortuni può essere risolta con una buona dose di fisioterapia e, ahinoi, tanta pazienza e sopportazione del dolore. Si fa per fortuna sempre meno ricorso a interventi chirurgici invasivi come in passato, e le possibilità di recupero sono migliori per gli atleti, che spesso riprendono a praticare lo sport spesso anche a livello professionistico.
Oggi vi parliamo quindi di un problema della gamba frequente per i praticanti di sport ma poco conosciuto dal grande pubblico, la cosiddetta sindrome della bandelletta ileotibiale, detta anche sindrome del runner.
- Cos’è la bandelletta ileotibiale
- Come si cura e in quanto tempo
- Rimedi naturali e tutori
- Sport consigliati
Cos’è la bandelletta ileotibiale
La coscia è sicuramente una delle strutture anatomiche più complesse del corpo umano. Al di sotto della pelle e dei primi strati muscolari c’è infatti un crocevia di svariate vene, arterie, nervi, tenute insieme da una complessa rete filamentosa di strutture connettivali. Tra queste la più importante che dobbiamo nominare è la cosiddetta fascia lata, di cui abbiamo bisogno per comprendere che cos’è la bandelletta ileotibiale. Quest’ultima non è altro che la parte terminale inferiore della fascia, ed è costituita da una striscia di tessuto connettivo che secondo molti autori è necessaria a stabilizzare i movimenti della parte anteriore e laterale del ginocchio. Infatti sia la fascia che la sua terminazione inferiore avvolgono i muscoli della coscia, della gamba e del ginocchio e li mantengono in posizione durante i movimenti, quando i muscoli “scivolano” sulla superficie interiore della fascia durante il moto. È quindi evidente che si tratta di una struttura che, sebbene molto piccola, riveste tuttavia una funzione motoria delicatissima. Purtroppo proprio per questo motivo è soggetta a diverse patologie che ne impediscono il corretto funzionamento, tra cui processi di tipo infiammatorio, oltre che alle cosiddette sindromi da sovraccarico. Esistono dei fattori predisponenti di natura anatomica, come il ginocchio valgo, ma la maggior parte delle volte è il praticare uno sport, con la sua serie di movimenti costanti e ripetitivi, a causare l’infiammazione. È infatti nota anche come sindrome del runner, perché colpisce tipicamente podisti e corridori.
Come si cura e in quanto tempo
La sindrome della bandelletta ileotibiale può costringere un atleta ad uno stop forzato anche molto lungo. Per fortuna, grazie ai progressi dell’ortopedia e della fisioterapia sportiva oggi non è difficile sapere come si cura e in quanto tempo. La prima cosa da fare in casi come questi è ottenere una diagnosi certa. La diagnosi si effettua con un esame obiettivo ortopedico che si unisce a eventuali esami diagnostici, come la radiografia e l’ecografia, che servono più che altro a escludere l’eventuale compresenza di altre patologie dei tessuti molli. L’area del ginocchio è infatti molto piccola e ci sono altre patologie che presentano sintomatologie molto simili alla quella della bandelletta ileotibiale, come le tendiniti del bicipite femorale, la tendinite poplitea o le fratture del menisco laterale e mediale. L’infiammazione della bandelletta ileotibiale causa generalmente un dolore continuo ma non acuto sulla parte più esterna del ginocchio, e il primo consiglio appena si comincia a percepire il dolore è di fermarsi per almeno 20 giorni dal praticare sport e farsi vedere da un ortopedico. Se l’infiammazione non si risolve con l’utilizzo delle comuni creme antinfiammatorie in commercio, l’ortopedico procederà con delle iniezioni locali a base di farmaci antiinfiammatori non steroidei, oppure opterà per una terapia con la ionoforesi o la laser terapia. Solo in rarissimi casi si arriva all’intervento chirurgico, e la prognosi è generalmente positiva, se si accompagna il paziente in un percorso di fisioterapia di qualche settimana. Generalmente, quindi, gli sportivi possono stare tranquilli: dopo uno stop&go potranno riprendere a praticare i loro sport preferiti.
Rimedi naturali e tutori
Nonostante sia assolutamente necessario rivolgersi a un ortopedico professionista, esistono tuttavia dei rimedi naturali e dei tutori che possono essere utilizzati a casa da ognuno. Applicazioni di ghiaccio 4 volte al giorno e stretching a freddo per allungare muscoli e tendini sono di aiuto rispettivamente per il dolore e per il recupero. Ginocchiere, fascette laterali e tutori possono aiutare a camminare durante le ore del giorno, e anche nelle prime sessioni di allenamento, quando si riprende dopo il recupero dall’infortunio. Infine, una delle trovate più recenti è quella di farsi dei massaggi con un rullo massaggiatore chiamato foam roller, o rullo schiuma se si preferisce, sviluppato appositamente per la sindrome della bandelletta ileotibiale. La sua funzione, analoga a quella dello stretching, è di aiutare ad allungare e ammorbidire le fasce muscolari, oltre che a massaggiare riducendo così il dolore.
Sport consigliati
Quelli che soffrono sfortunatamente della sindrome del runner, possono trovare giovamento in alcuni sport consigliati nel periodo successivo alla fase di fisioterapia e recupero. Gli esperti consigliano innanzitutto la ginnastica e in particolare la ginnastica a corpo libero. Lo stretching è infatti specialmente raccomandato dai fisioterapisti per la sua capacità di estendere e allungare la fascia lata e i di conseguenza i muscoli che essa contiene. Il nuoto è anche uno sport che procura effetti incredibilmente benefici a riguardo, specialmente in caso di sindromi da sovraccarico. Infine anche il ciclismo è indicato, visto che andare in bicicletta aiuta ad allungare i muscoli delle gambe, mantenendo in posizione più o meno fissa il ginocchio.