Gli occhi sono tra gli organi più importanti e allo stesso tempo più delicati del corpo umano. Proprio per questo motivo sono spesso soggetti a infiammazioni che possono comportare conseguenze piuttosto irritanti.
Calazio e orzaiolo rientrano tra le infiammazioni oculari più comuni, e oggi vi parliamo delle loro principali differenze e dei rimedi più efficaci di cui la scienza dispone per liberarsi delle loro fastidiose conseguenze.
Calazio dell’occhio
Una delle conseguenze più complicate di un’infiammazione oculare è costituita dal calazio dell’occhio. Questo si presenta come una cisti granulosa (i medici la chiamano lipogranuloma) che si forma di solito nel lato interno della palpebra a seguito di un’infiammazione cronica della cosiddetta ghiandola di Melbomio. Il rigonfiamento evidente che caratterizza il calazio dell’occhio, generalmente grande come una nocciolina e indolore, è dovuto proprio all’ostruzione del dotto escretore della ghiandola, che si trova nella parte superiore e inferiore della parete interna di entrambe le palpebre. Di norma il rigonfiamento non ha origini infettive, a differenza dell’orzaiolo, ed è costituito da cellule lipidiche e quindi grasso. All’inizio si presenta come una pallina di colore bianco, e quindi poco visibile a causa del colore, e tende poi a crescere gradualmente e a spostarsi verso il centro del globo oculare, a differenza dell’orzaiolo che tende invece ad interessare quasi esclusivamente le zone periferiche dell’occhio. Anche se si tratta di un disturbo certamente antiestetico, il calazio dell’occhio è tuttavia raramente doloroso e i suoi sintomi comprendono più che altro il prurito, la fotofobia e naturalmente l’ovvia sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio.
Rimedi per il calazio
Pur essendo senza dubbio un disturbo irritante e fastidioso, il calazio non è per fortuna troppo difficile da estirpare. Esistono vari rimedi per il calazio che vanno dalla normale igiene oculare fino ai farmaci specifici pensati per i casi più seri e drammatici. Il primo rimedio consigliato dagli oculisti e dagli esperti è certamente quello di tenere pulito l’interno delle palpebre. Questo può significare che se si è particolarmente predisposti alle ostruzioni sebacee bisogna usare un cotton fioc bagnato almeno due volte al giorno, possibilmente al mattino e alla sera, e strofinare con cura la parete interna delle palpebre al fine di rimuovere ogni traccia di grasso o sebo. Una volta ripulito il dotto escretore, la ghiandola nella maggior parte dei casi si sgonfia da sola, in un periodo che va dalle 2 alle 8 settimane. Gli consigliano comunque di applicare regolarmente degli impacchi di acqua calda, o eventualmente con l’aggiunta di camomilla, per facilitare il drenaggio della ghiandola e il riassorbimento dei liquidi. Nel caso spiacevole in cui il problema non dovesse risolversi da sé, altri rimedi per il calazio includono una terapia antibiotica locale, specialmente nell’eventualità in cui al calazio si sia nel frattempo associata un’altra infiammazione, come una blefarite. Anche i farmaci antiinfiammatori corticosteroidei sono spesso usati efficacemente per far regredire il calazio. Nei rari casi più gravi si procede infine con la rimozione chirurgica della cisti, a cui segue di solito una terapia antibiotica per evitare l’insorgere di infiammazioni secondarie.
Orzaiolo dell’occhio
Al contrario del calazio, l’orzaiolo dell’occhio è spesso dovuto a un’infezione batterica da stafilococco che può essere o meno una complicazione di una blefarite. L’orzaiolo rappresenta la fase infiammatoria acuta dell’infezione batterica e colpisce le ghiandole sebacee delle palpebre che si trovano alla base delle ciglia. Un’altra caratteristica che lo differenzia dal calazio è il fatto che colpisce di solito le ghiandole più esterne, come le ghiandole di Zeis o di Moll, ed è generalmente più doloroso del calazio. Tuttavia questo non esclude che l’orzaiolo possa riguardare anche le ghiandole di Melbomio, le stesse che si infiammano nel calazio, ma questo accade più raramente. Poco comuni, ma leggermente più gravi, sono i casi in cui questo problema si associa alla cellulite cosiddetta orbitaria. L’orzaiolo dell’occhio si diagnostica facilmente grazie al rigonfiamento che produce nella parete esterna o sul bordo delle palpebre, che si presenta all’inizio come un puntino di colore bianco. Il colore è dovuto al pus infetto che riempie l’orzaiolo. Alcuni dei sintomi sono comuni tanto all’orzaiolo quanto al calazio e includono iperemia, ossia l’aumentato afflusso di sangue, fotofobia, tumefazione, sensazione di corpo esterno nell’occhio. Nei casi più gravi di infezione si può avere anche febbre o comunque innalzamento della temperatura corporea.
Rimedi per l’orzaiolo
Generalmente anche l’orzaiolo scompare naturalmente nel giro di pochi giorni o settimane. Come per il calazio, l’igiene dell’area oculare e perioculare è molto importante, specie nei soggetti predisposti a sviluppare infezioni in queste aree. Tra i rimedi per l’orzaiolo il più semplice ed immediato è costituito dall’applicare alla zona dell’occhio un impacco caldo. L’impacco può essere facilmente applicato per circa 5 o 10 minuti due volte al giorno, mattina e sera, mediante una garza o una pezza di lino inumidite con dell’acqua calda. In alternativa è possibile aggiungere della camomilla o, dietro consiglio del farmacista, della polvere di acido borico. Il calore dell’impacco favorirà lo spurgamento dell’orzaiolo e il rilascio del pus, drenandolo dalla zona interessata. Il gonfiore e gli altri sintomi scompariranno nel giro di due giorni al massimo. Nell’eventualità in cui l’orzaiolo non scomparisse con gli impacchi, è bene rivolgersi a un medico. Questi potrebbe praticare una piccola incisione sulla palpebra e drenare così via il pus infetto. I rimedi per l’orzaiolo includono anche alcuni farmaci antiinfiammatori come paracetamolo e ibuprofene, che vengono prescritti nelle situazioni in cui il paziente lamenta forte dolore all’occhio.