La parola caregiver si riferisce a tutte le persone che prestano assistenza, professionale o familiare, a una persona che non è in grado di essere autonoma, da un punto di vista fisico o psicologico.
Nonostante la sua traduzione piuttosto chiara, caregiver ha un significato controverso: se il termine è generalmente tradotto con la parola badante, in molti casi si fa un preciso e forte distinguo tra un badante per professione e un familiare che decide, a titolo gratuito e volontaristico, di assistere quotidianamente un parente malato.
- Chi è il caregiver familiare
- Il ruolo del caregiver familiare
- Il fondo per il sostegno dei caregiver familiari
Chi è il caregiver familiare
Quando si parla di caregiver bisogna tenere presente che esistono anche persone molto giovani che sono quotidianamente al servizio di un familiare. Nasce per questo il termine giovani caregiver, che identifica bambini e giovani in età compresa fino ai 18 anni che si prendono cura di un membro della propria famiglia in modo regolare e assumendosi compiti e responsabilità pari a quelli di un adulto. Si tratta solitamente di figli, fratelli, nipoti di pazienti colpiti da disabilità fisiche o psicologiche, da patologie terminali o croniche o da dipendenze di vario genere. Si parla anche di giovani adulti caregiver, con riferimento a persone di età tra i 18 e i 25 anni.
Che ci si debba occupare della madre anziana che non è più autosufficiente, del familiare afflitto da una malattia degenerativa o di un affine con serio problema di dipendenza da sostanze, il ruolo del caregiver familiare è equiparabile in compiti, responsabilità e fatiche, a un vero e proprio lavoro.
Il ruolo del caregiver familiare
Per questa categoria di persone, spesso “al lavoro” 24 ore su 24 per lavare, vestire, nutrire un familiare che non è più autonomo o per svolgerne i compiti amministrativi, c’è una buona notizia, che riconosce finalmente fatiche e meriti del loro compito: l’ultima Legge di Bilancio ha inserito questa mansione fra i lavori gravosi dando a chi la svolge la possibilità di percepire un indennizzo di tipo pensionistico. Il ruolo del caregiver familiare diventa così a tutti gli effetti una vera e propria occupazione, riconoscendole un significato centrale nella società.
Che fare per beneficiare dell’indennizzo?
La legge in questione porta la prima firma della senatrice Laura Bignami, che appartiene al Movimento X e lavora sulla tutela dei care giver familiari da molti anni; il provvedimento si rivolge a tutte le persone che assistono un coniuge o il convivente di fatto, un affine o un familiare entro il terzo grado di parentela che non è autosufficiente né possibilitato a prendersi cura di se stesso, a causa di malattia, infermità o disabilità, e per questo ha un riconoscimento di invalidità in quanto bisognoso di assistenza globale e permanente. Sono comprese le patologie croniche o degenerative.
Il fondo per il sostegno dei caregiver familiari
Alla fine del 2017 la Commissione Bilancio del Senato ha approvato all’unanimità l’emendamento che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020, per finanziare tutti i provvedimenti legislativi mirati a riconoscere il significato sociale ed economico del ruolo del caregiver familiare.
Nasce così il fondo per il sostegno dei caregiver familiari. L’accesso al contributo è subordinato alla cessazione di attività lavorativa dipendente, autonoma o parasubordinata, esercitata in Italia o all’estero. Per quanto riguarda i requisiti richiesti, possono fare domanda per ottenere l’indennità le persone caratterizzate dalle seguenti condizioni indicate dalla legge:
almeno 63 anni di età;
almeno 30 anni di anzianità contributiva;
non beneficiare di alcuna pensione diretta.