Con disforia di genere, abbreviata in DIG, si definisce l’identificazione da parte di un soggetto nel sesso opposto a quello biologico. In concreto, il disforico prova disagio nei confronti del proprio corpo, poiché sente di appartenere in tutto e per tutto al sesso opposto. L’espressione fu introdotta nel 1971 da Norman Fisk e Donald Laub per descrivere ciò che veniva considerato come un disturbo rientrante nell’ambito dei disordini sessuali. Va precisato che la disforia di genere non ha nulla a che vedere con l’orientamento sessuale di una persona.
- Le cause della disforia di genere
- I sintomi della disforia di genere
- La disforia di genere è una malattia?
Le cause della disforia di genere
Fino al 2000 la disforia di genere era elencata tra i disturbi mentali del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. A partire dal 2013, questa condizione divenne una categoria a sé stante e descritta come una sofferenza provata da chi percepisce un genere diverso rispetto al sesso reale. La persona che vive questo disagio viene definita transessuale e può riguardare sia gli uomini che le donne.
Non vi sono precise cause della disforia di genere. Questa condizione può essere legata a fattori di natura biologica o psicologica difficilmente identificabili in maniera oggettiva e valida per tutti. Occorre infatti valutare ogni singola persona disforica e tutti gli elementi che costituiscono questa condizione.
I sintomi della disforia di genere
Un contrasto tra identità biologica e identità di genere può essere avvertito fin dalla tenera età. Questa condizione può essere solo una fase in cui il bambino inizia a scoprire la propria sessualità e quindi non è definibile come disforia di genere. Un discorso diverso va fatto quando i sintomi della DIG si protraggono con costanza fino all’età adulta.
Nei bambini, i più comuni sintomi della disforia di genere sono l’identificazione con l’altro sesso, tanto da desiderare di essere chiamati con un nome diverso, la tendenza a preferire giochi e abiti generalmente dedicati all’altro sesso e diversi problemi di interazione sociale. Il bambino disforico rifiuta tutte le norme e azioni attribuibili al proprio sesso, ad esempio il modo di urinare.
Con l’adolescenza, cresce il desiderio di appartenere all’altro sesso e si cominciano a provare le stesse pulsioni. In questa fase della sua vita il disforico inizia a provare un rifiuto totale dei propri genitali e di altre parti del corpo come il seno per le donne e la peluria per gli uomini. Tende a vestirsi come l’altro sesso e avverte difficoltà nell’interazione sociale: per questo soffre spesso di depressione, disagio e isolamento.
Durante l’età adulta si ha in genere una presa di coscienza della propria condizione e, grazie all’aiuto di amici e familiari, si può superare il disagio sociale assecondando la propria natura in un percorso di rinascita che può prevedere anche il ricorso alla medicina e alla chirurgia.
La disforia di genere è una malattia?
Quando si parla di DIG è importante capire che si ha a che fare con una condizione avvertita dal disforico come fonte di disagio. A questo punto viene da chiedersi: la disforia di genere è una malattia? La risposta è no.
Il disforico non è un malato, ma è semplicemente una persona che ha bisogno di ricongiungersi con il suo vero essere, per combattere la depressione che il disagio verso il proprio corpo potrebbe aver causato. In questo percorso è possibile che convergano diversi ambiti, come la psicologia, le terapie ormonali e il ricorso alla chirurgia, quando si desidera una transazione totale verso il sesso a cui si sente di appartenere davvero.