Moltissime persone, ogni giorno, preoccupate per la salute dei loro fantastici amici a quattro zampe, si recano nello studio del proprio veterinario per porre una domanda che può suonare insolita: cos’è la terza palpebra del cane?
Forse non tutti sanno che in natura esistono diverse specie animali – perlopiù uccelli e rettili, ma non sono esclusi alcuni mammiferi, tra cui proprio i cani e i gatti – che presentano questa curiosa particolarità relativa agli occhi: si tratta della membrana nittitante (dal latino nictare, sbattere le palpebre), una terza palpebra trasparente collocato nell’angolo nasale del globo oculare, il cui compito principale è quello di proteggere l’occhio dai corpi estranei che potrebberlo intaccarlo.
Anche l’uomo non è escluso dalla lista dei mammiferi dotati di questa incredibile difesa naturale, anche se il corso evolutivo ne ha ridotto le dimensioni a tal punto da farla risultare irrelevante.
- I vantaggi della membrana nittitante nel cane
- Arrossamento terza palpebra del cane
- Quando la terza palpebra diventa visibile nel cane
- Prolasso terza palpebra cane
- Occhio a ciliegia o cherry eye
- Bulldog francese, il cane più colpito
- Come curare le terza palpebra del cane
I vantaggi della membrana nittitante nel cane
Come abbiamo già potuto anticipare sono innumerevoli i vantaggi della membrana nittitante nel cane: la terza palpebra, infatti, non si limita a salvaguardare l’animale da qualsiasi potenziale aggressione esterna, ad espellere i corpi estranei che potrebbero provocare danni ingenti all’occhio o a prevenire l’insorgere di alcune patalogie pericolose come ulcere o lesioni al bulbo oculare.
La membrana nittante, infatti, grazie ai suoi folicoli linfatici, è anche fautrice della produzione del 40% della lacrimazione totale.
Arrossamento terza palpebra del cane
La terza palpebra del vostro fido, dunque, proprio come le altre due, possiede una ghiandola lacrimale, meglio nota come ghiandola di Harder, che assolve una funzione umettante: in altre parole, essa garantisce constantemente la corretta idratazione dell’occhio, evitando in questo modo che si verifichi l’arrossamento della terza palpebra del cane.
Quando la terza palpebra diventa visibile nel cane
Normalmente, in ogni cane, la terza palpebra è facilmente individuabile e, se non è interessata da problematiche o complicazioni dirette, si presenta come un sottile membrana semilucida dal colore biancastro che, spostandosi orrizontalmente in senso naso-laterale, va a ricoprire l’angolo interno dell’occhio.
Ora vi starete domandando quando la terza palpebra diventa visibile nel cane e la risposta potrebbe sorprendervi.
A tutti coloro che hanno un cane, infatti, sarà capitato di osservarlo mentre dorme e, guardando con attenzione i suoi occhi (specie quando, durante l’attività onirica, sono semi aperti), di chiedersi il perché “siano diventati bianchi”.
Quel biancore altro non è che la terza palpebra: essa, solitamente, si “attiva” proprio durante la fase del sonno, andando a rivestire la porzione dell’occhio che altrimenti sarebbe visibile e soggetta ad eventuali rischi (il più comune e banale è un accumulo indesiderato di polvere o spore).
La ghiandola di Harder, tuttavia, non sempre è in grado di garantire un’idratazione sufficiente, e la sua disfunzione è causa di procidenza o protursione: quando si verifica questo fenomeno, la terza palpebra diventa visibile. La membrana nittitante non muta il suo aspetto, ma diventa individuabile anche se l’animale non sta dormendo.
Prolasso terza palpebra cane
Non sempre, però, la terza palpebra agisce seguendo una logica preventiva: infatti, quando eventuali agenti patogeni estreni, per una ragione e per l’altra, sono già andati ad intaccare il bulbo oculare del cane, la membrana nittitante entra in funzione proprio con l’intento di eliminare gli “intrusi”.
I medici veterinari considerano non allarmante questa esposizione diretta se essa non supera un lasso di tempo calcolato in sei ore: qualora, invece, la membrana nittitante prorogasse la sua presenza, si tende a parlare di prolasso della terza palpebra del cane.
Evitate, comunque, di allarmarvi, poiché il prolasso della terza palpebra canina è uno dei fenomeni che hanno maggiore incidenza all’interno della casistica dell’oftamologia veterinaria e, oltre a provocare eventuali congiuntiviti o grattamenti compulsivi, non è causa di patologie maggiormente debilitanti.
Limitatevi, dunque, a contattare tempestivamente il vostro medico veterinario di fiducia, esponendogli il problema.
Occhio a ciliegia o cherry eye
Il prolasso della terza palpebra del cane – causato principalmente da fattori ereditari o da una eccessiva secchezza o fragilità delle strutture legamentose della ghiandola di Hadler (lassità) – può persistere tenacemente, andando a determinare la comparsa di un edema: questo fenomeno prende il nome di occhio a ciliegia o cherry eye.
In questi casi la ghiandola di Harder, prolassando, abbandona la sua sede naturale, si infiamma vistosamente e tende ad aumentare le sue dimensioni: potrete verificare senza difficoltà la presenza di questa massa di colore rossastro – da qui la denominazione di “ciliegia” – che fuoriesce dall’angolo nasale dell’occhio del vostro cane e che, nell’80% della casistica, è monolaterale (è possibile, tuttavia, che in un arco temporale di 1-3 mesi si palesi la stessa patologia anche sull’altro occhio).
Bulldog francese, il cane più colpito
Non tutte le razze canine sono soggette alla comparsa dell’occhio a ciliegia in egual misura ed è bene ricordare che il prolasso della terza palpebra del cane è molto più frequente nei primi sei mesi di vita del cucciolo. Nel vasto ed eterogeno universo canino, il triste primato di incidenza appartiene ad una razza molto simpatica: è infatti il Bulldog francese il cane più colpito da questa patologia.
Sul podio troviamo, poi, un suo stretto parente, il Bulldog inglese, e, sul gradino più basso, il Cocker spaniel. La restante “zona nobile” della classifica fa riferimento a cani di taglia decisamente più grande:
Alani, Terranova, Cani corso, Boxer e San Bernardo sono solo alcuni delle razze con le quali l’occhio a ciliegia presenta un particolare feeling.
Come curare le terza palpebra del cane
Abbiamo già parlato di quanto sia consigliabile mantenere la calma quando ci accorgiamo che il nostro cane presenta il prolasso della membrana nittitante. Solo uno specialsita, infatti, può aiutarci a capire come curare la terza palpebra del cane. Dopo aver effettuato il test di Schirmer (utile per valutare la quantità di produzione del film lacrimale), il medico veterinario vi proporrà due soluzione pratiche che comportano entrambe un piccolo intervento chirurgico: l’asportazione o il riposizionamento.
Nel primo caso il veterinario – dopo aver effettuato un’anestesia locale o generale – rimuoverà totalmente la ghiandola di Hadler; nel secondo, invece, dopo aver costruito una “sacca artificiale” all’interno dell’occhio, andrà a riposizionare la ghiandola al suo interno.