I disc jockey italiani sono dei veri e propri musicisti che hanno contribuito a far crescere la realtà musicale italiana anche all’estero. Al ritmo dei loro mix hanno animato milioni di serate anche nei club esteri. Il pubblico che li segue sono diversissimi tra loro così come sono diverse le varie tecniche che caratterizzano i disc-jockeys, o DJ per comodità.
Chi sono i disc jockey italiani più conosciuti
Ogni DJ italiano ha una propria visione sulla musica che produce e abilità unica, come ad esempio: street and urban, turntablism, funky B-lines o la dance old school, e tanti altri ancora. La comunità degli intrattenitori italiani della musica è molto varia e qui di seguito un piccolo elenco con alcuni disc jockey italiani famosi:
- Stylophonic, al secolo Stefano Fontano
- Zatox, pseudonimo di Gerardo Roschini
- THG – Takagi, Alessandro Merli nella vita reale
- Dj Gengis Khan, ovvero Loris Malaguti
- Dj Mike, al secolo Marco Micheloni
- Clap! Clap! Lontano dalla console Cristiano Crisci
- Ottomix, il grande Ottorino Menardi
- Dj Angelo, pseudonimo di Domenico Raffaele
- Don Joe, nome d’arte di Luigi Florio
- Tayone, cioè Gianluca Cranco
Cosa significa diventare un Disc jockey
Il disc jockey è un intrattenitore che riproduce della musica mixandola con una console in diversi locali, molto spesso in discoteche o pub di musica di genere. Il DJ seleziona brani musicali di vario genere e l’amplifica attraverso un impianto collegato direttamente all’ambiente. Il musicista sceglie diverse tracce base e le mixa attraverso il proprio gusto con l’obbiettivo di ottenere una traccia musicale piacevole da ascoltare. Questa attività si chiama DJing e necessita la conoscenza di carattere teorico musicale ed elettronico. Negli ultimi anni il mondo dedicato a questa disciplina è in continua espansione e sempre più figure del settore si specializzano per diventare un disc jockey di successo.
Questo movimento musicale nasce durante il secondo dopoguerra del conflitto mondiale, attraverso l’uso dei primi amplificatori, che sostituivano di fatto i grammofoni. Questi primi amplificatori potevano far espandere il suono attraverso le casse acustiche a funzione elettro-magnetiche. In pratica il suono poteva essere, per la prima volta, regolato secondo le proprie necessità. In quegli anni le feste aumentarono a dismisura e grazie alla nuova tecnologia che avanzava, non era necessaria la presenza di una band fisica, ma nasceva la necessità di avere una persona che scegliesse e selezionasse i pezzi musicali.
I disc jockeys moderni usano molto spesso delle console virtuali che simulano in tutto e per tutto le caratteristiche delle console fisiche.
Negli anni 60 nacque il primo vero DJ della storia, che mixò i pezzi di Manu Dibango e dei Led Zeppelin con una consolle molto primitiva. Da lì in poi nacquero diverse star in questo ambiente underground americano fino a divenire una delle icone pop del nostro tempo.
Disc Jockey e mixaggio
La tecnica del mixaggio si basa sull’allineamento dei battiti per minuto fra due brani diversi, pre-ascoltando le tracce in ascolto in cuffia può agire sulla velocità dei brani direttamente sulla console. Perciò la bravura del disc jockey non era più soltanto la selezione della musica, ma anche la capacità di mixare in modo armonico pezzi musicali, anche di genere differente. La selezione può cadere su generi musicali, ritmo o periodi storici simili, o come detto prima combinare tracce dalle caratteristiche più disparate. Più i due brani continuano a pulsare e a intrattenere il pubblico, più il DJ acquista fama e popolarità.
Il mixing si basa sul collegare due brani in battuta, che è determinata dal conteggio di 32 battiti del brano. Nella disco music questi battiti sono scanditi da 32 colpi di cassa che corrispondono a 32 quarti. I mixer offrono molte funzioni come le unità multieffetti DSP, campionatori, filtri o uscite di tipo MIDI che permettono l’autosincronizazione.