La cucina piemontese è ricca di specialità, grazie, soprattutto, ai prodotti e alle materie prime che si coltivano sul territorio. Verdure, carni pregiate, frutta secca sono alla base dei piatti rappresentativi della regione, protagonisti di ricette che si tramandano da generazioni. Questi piatti provengono sia dagli ambienti contadini sia da quelli della corte, di principi e re, come i Savoia, che hanno governato in Piemonte. Tra le specialità ci sono la bagna cauda, il caponet, il brasato, il vitello tonnato, il risotto al barolo, l’agnolòt del plin, il bollito misto, la finanziera e tante altre prelibatezza. Famosi e apprezzati sono, in modo particolare, i dolci piemontesi: cioccolatini, biscotti e delizie al cucchiaio che attirano golosi da tutto il mondo alla scoperta delle leccornie del posto.
- Il dolce tipico piemontese: bonet
- I baci di dama: ricetta originale piemontese
- I cioccolatini tipici piemontesi: i gianduiotti
- I biscotti tipici piemontesi
- I dolci natalizi piemontesi
- Marron glacé: l’origine delle castagne sciroppate
Il dolce tipico piemontese: bonet
Tra i dolci piemontesi molti sono a base di cacao a cui si aggiungono altre specialità come gli amaretti. Uno fra tutti è il bunet, come viene chiamato in dialetto, che vuol dire cappello. Il nome prende spunto sia dalla forma dello stampo in cui questo delizioso budino viene messo a cuocere sia perché come questo capo di abbigliamento si indossa prima di uscire, così alla fine di un pranzo o di una cena si mangia questa delizia che corona un’ottima cena. Il dolce tipico piemontese bonet si prepara con pochi ingredienti semplici: il cacao, il latte, le uova, lo zucchero, gli amaretti e il rum, che nel tempo ha sostituito il Fernet. Il liquore era molto utilizzato per favorire la digestione alla fine di un pasto. Dal 1859 questo dolce a cucchiaio è tra i più richiesti, in modo particolare per la sua morbidezza dovuta alla cottura lenta.
I baci di dama: ricetta originale piemontese
Un’altra specialità tra i dolci piemontesi, che ha origine a Tortona nell’Ottocento, sono i baci di dama, così chiamati perché sono stati realizzati con l’idea di rappresentare l’unione di due labbra che si baciano. L’ingrediente principale per realizzarli sono le nocciole piemontesi che contribuiscono a creare l’impasto fragrante e gustoso dei famosi biscotti. Per i baci di dama ricetta originale piemontese prevede l’utilizzo di 150 grammi di farina tipo 00 che va unita a 150 grammi di farina di nocciole e un pizzico di sale. Una volta amalgamate le farine si aggiunge 130 grammi di zucchero semolato e 150 grammi di burro ammorbidito. Una volta impastato il tutto si può inserire un tuorlo e un cucchiaino di lievito per dolci. Il composto ottenuto va raffreddato in frigo per mezz’ora dopo la quale si creano tante palline che si infornano a 170° per 10/15 minuti. Mentre si raffreddano, si lascia sciogliere a bagnomaria 100 grammi di cioccolato fondente che servirà ad unire le due calotte che si uniscono in un delizioso bacio. Una variante, molto usata in cucina, prevede l’utilizzo delle mandorle al posto delle nocciole.
I cioccolatini tipici piemontesi: i gianduiotti
I gianduiotti sono tra i prodotti dolciari più famosi del Piemonte, il loro appellativo deriva dalla famosa maschera torinese della commedia dell’arte Gianduja e con questo nome è stata chiamata anche la pasta a base di cioccolato, zucchero e nocciole locali così deliziosa e perfetta per farcire torte e dessert. Questi cioccolatini tipici piemontesi nascono da un’idea del pasticciere Michele Prochet. Secondo la leggenda, quando Napoleone limitò le esportazioni nella metà dell’Ottocento il cacao aumentò il suo prezzo così il maestro della pasticceria ne utilizzò di meno unendolo con le nocciole, un prodotto più accessibile e facile da reperire. Il primo esempio di tale dolciume, piacevole al palato e dall’aroma inconfondibile, fu realizzato dall’azienda Caffarel, che lo tagliava a mano creando la sua famosa forma di barca rovesciata. Proprio da questi laboratori che il gianduiotto diventò il primo cioccolatino incartato e venduto singolarmente così come lo si trova ancora oggi.
I biscotti tipici piemontesi
Tra i dolci piemontesi rientrano e sono protagoniste alcune paste frolle dalla forma particolare come i krumiri. Nati a Casale Monferrato nel 1878 dalla fantasia in cucina del pasticciere Domenico Rossi, la cui ricetta originale è ancora segreta, sono realizzati a base di farina, burro, zucchero, uova e vaniglia. Sono dei bastoncini leggermente piegati, ispirati ai baffi a manubrio di Vittorio Emanuele II, un po’ zigrinati in superficie. Sono ottimi da inzuppare nella cioccolata calda, nello zabaglione o nella crema pasticceria. Tra i biscotti tipici piemontesi ci sono anche i nocciolini di Chivasso, delizie piccole come bottoni a base di nocciole, zucchero e albume e i biscottini di Novara, semplici e deliziosi che hanno ispirato i famosi Pavesini. Un’altra specialità locale sono i brut ma bon, i brutti ma buoni, anche questi semplicemente realizzati con le nocciole, esteticamente poco invitanti ma dal gusto imperdibile.
I dolci natalizi piemontesi
Nella tradizione dolciaria del Piemonte, nel periodo delle feste di Natale, ci sono alcune prelibatezze che non possono mancare sulla tavola. La panna cotta, ad esempio, è un dolce ideato da una donna ungherese che abitava nelle Langhe , oppure il torrone di nocciole friabile, dolcissimo con miele millefiori del territorio, sciroppo di glucosio, zucchero e tantissime nocciole. Tra i dolci natalizi piemontesi il montebianco è molto apprezzato, si tratta di un impasto a base di castagne pulite e lasciate cuocere nel latte per trasformarsi in un purè con lo zucchero, il caco e il rum. L’impasto, dopo una mezz’ora in frigo, va messo nello schiacciapatate per creare una montagna che sarà decorata con la panna per dolci creando la forma del famoso monte.
Marron glacé: l’origine delle castagne sciroppate
La regione del Piemonte offre tantissime specialità di frutta e verdura ed è ricca di castagne, a cui è dedicata anche un’importante sagra piemontese. Questo alimento si adatta facilmente alla creazione di deliziosi e particolari dolci piemontesi. I marron glacé l’origine fa pensare alla Francia, per il nome e in particolare Lione ne reclama la proprietà, ma in Italia i Savoia affermano di aver dato loro vita a questi marroni glassati, con zucchero. La loro preparazione è molto lunga, con il frutto che va tenuto almeno 9 giorni in acqua, che dopo viene cotto e sciroppato e lasciato scolare per almeno un giorno, ma il gusto è indimenticabile.