Il Natale è accompagnato fin dai tempi antichi da filastrocche e poesie di ogni tipo, per bambini, adulti, sognatori… Il pubblico è svariato e ce ne sono per tutti i gusti.
Quali sono le filastrocche di Natale divertenti per grandi e piccini?
- Natale: tre filastrocche della tradizione per bambini
- Gianni Rodari: Il pellerossa nel presepe
- Anna Baccelliere: lo sciopero di Babbo Natale
Natale: le poesie della tradizione
Volete far ridere i vostri bambini? Ecco tre filastrocche di Natale divertenti che fanno per voi:
Oh! Babbo Natale
Scende dallo slittino,
entra in un camino,
si brucia il sederino!
Lascia un regalino
Ad ogni bambino.
Se il Natale si avvicina
fai attenzione, mia bambina,
che ci son dieci nanetti,
dispettosi e piccoletti.
Con gli occhioni bene aperti
ti controllano solerti.
Riconoscerli potrai
dai colori che vedrai.
Filastrocca di Babbo Natale
con una slitta eccezionale,
con delle renne che volan davvero
per visitare il mondo intero,
girare il mondo e portare dei doni,
ma solamente ai bambini buoni.
Se sei monello o piagnucolone
ti arriverà solamente carbone.
Ma nella notte più bella dell’anno,
Babbo Natale e la mamma lo sanno,
che siano grandi o siano piccini,
tutti i bambini son bravi bambini.
Gianni Rodari: Il pellerossa nel presepe
Per i lettori più curiosi e sensibili, Rodari non può mai mancare: ecco una delle sue filastrocche di Natale divertenti:
Il pellerossa nel presepe
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i magi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.
Anna Baccelliere: lo sciopero di Babbo Natale
Si ride e ci si commuove in questa dolce filastrocca natalizia:
Filastrocca tutta matta,
con la valigia ancor disfatta,
Babbo Natale sta nel letto
col pigiama e col berretto.
Si stiracchia, poi sbadiglia
infin succede un parapiglia:
cade giù dal materasso.
Patatrac! Che gran fracasso!
“Uffa, Rudolph” lui protesta
“ho una strana idea in testa!
Per quest’anno scioperiamo,
dai bambini non andiamo.
Li lasciam senza balocchi,
senza doni con i fiocchi!”
E’ la renna un po’ stupita:
la sua faccia è intontita.
“Ma babbino cosa dici?
Li vuoi rendere infelici?
Senza dolci e senza doni
non saran certo più buoni.
Presto, su! Non puoi scherzare:
c’è la slitta da preparare”
“Io non scherzo: sono serio!
Questo è un mio desiderio.
Faccio sciopero quest’anno!
Le altre renne già lo sanno!
Che m’importa dei bambini
che si divertono ai giardini?
Lor si scordano di me
e non pensan neanche a te!
Mi lascian solo tutto l’anno
fino già da Capodanno.
E in estate, giù al mare,
non fan altro che giocare.
Da novembre poi, pian piano,
pensan a me che son lontano.
Più che a me, ad un regalo.
La mia fama ormai è in calo!
Chi pensa al Babbo sol soletto
brontolone e un po’ vecchietto?
Non passa mai qui il tempo al Polo
ed io resto sempre solo.
Vorrei almeno una cartolina
dal Giappone o dalla Cina,
dall’Italia o dal Perù,
ma che arrivi fin quassù;
che mi faccia compagnia.
e nel cuor metta allegria.”
“Dai babbino, non far capricci!
Abbiamo già dei grossi impicci:
ci son pacchi da incartare
e i dolciumi da glassare.”
“Rudolph, renna, amica cara,”
dice poi con voce amara,
“M’è venuto un gran sospetto
che ti racconto ora di getto:
Sono amato dai bambini
per i doni e i regalini.
Per loro sono un gran panzone,
potrei andare anche in pensione.
E le loro letterine?
Non son più tanto carine.
Voglio questo e voglio quello,
anche se sono un po’ monello.
Non esiste il “per piacere”:
pare quasi sia un dovere
portar loro tanti doni
anche se non sono stati buoni.
Sono stanco, sono anziano;
me ne sto sul mio divano,
sorseggiando un the bollente,
assaporando il non far niente.
Vediamo un po’ cosa succede
se quest’anno resto in sede.
Sarà strano un po’ il Natale
di sicuro assai speciale.”
“Ma babbino stai scherzando?
Il Natale sta arrivando.
Metti giubba e pantaloni,
carichiamo i pacchi e i doni.
Questo altr’anno ti prometto,
i bambini, è presto detto,
ti scriveranno letterine
dalle spiagge e le colline,
dai monti o la riviera,
dal safari o la crociera.
Penseranno un po’ più a te
e, magari, un po’ anche a me.
Egoisti non saranno:
t’ameranno tutto l’anno.”
“E va bene, amica mia:
m’hai convinto e così sia.
Partiamo in giro per il mondo
Sono buono, lo sai, in fondo.
Ma ai bambini voglio dire,
e tu non mi puoi zittire,
una giusta verità
che forse un po’ li annoierà:
Ogni tanto, a noi anziani,
bisogna tendere le mani.
Un sorriso od un pensiero
ci fan felici per davvero.
Ora andiamo presto su,
scioperar non voglio più.”
Filastrocca tutta matta
con i bimbi è pace fatta.
Babbo Natale è già partito
e lo sciopero è finito.