Il funerale laico è un’occasione per salutare per l’ultima volta il caro defunto, così come avviene per le persone credenti. Durante l’evento, si celebrano la vita, le convinzioni di chi è passato a miglior vita. Attraverso un discorso che ne ripercorre i passi significativi. I funerali laici, così come quelli dei credenti, servono per superare il dolore della perdita di chi resta, per questo motivo celebrare un funerale in linea con le convinzioni di chi ci ha preceduto è un dovere e un diritto di ogni persona.
- Come faccio ad organizzare un funerale laico
- Funerale laico in Italia
- Differenze tra funerali laici e religiosi
Come faccio ad organizzare un funerale laico?
In teoria si può celebrare ovunque, perché non sono necessari particolari permessi speciali. Ogni comune dovrebbe mettere a disposizione delle sale ufficiali, chiamate “Sale del Commiato”, ma non sempre è così. Altrimenti si potrebbe organizzare il funerale a casa propria, o in un hotel, oppure in alcuni casi, si potrebbe officiare in chiesa, se si ha la fortuna di trovare un parroco sensibile ai diritti dei non-cattolici.
Il funerale laico è costruito su misura del defunto. La famiglia si raccoglie nel dolore della perdita, ma nel dolore vogliono organizzare qualcosa che ricordi il defunto e il suo pensiero.
Può essere celebrato da chiunque conosca il defunto e attraverso il legame speciale che aveva instaurato in vita, salutarlo nel modo più decoroso possibile. Esistono anche persone, che hanno seguito una formazione specifica dall’UAAR, in grado di officiare la funzione, queste persone sono in tutto e per tutto l’equivalente laico dei preti.
Funerale laico in Italia
Nel lontano 1997 un decreto del Presidente della Repubblica delegava i comuni la costruzione delle famose Sale del Commiato per i non credenti, ma le legge, come molte altre in Italia, non è stata quasi mai applicata.
Secondo le stime di Eurispes la percentuale di atei e agnostici in Italia è circa il 19 per cento, più o meno undici milioni di persone che non seguono nessun tipo di religione. Lo stato italiano che sulla sua carta costituzionale si professa uno stato laico, è alquanto curioso come riesca a rendere difficile o in alcuni casi quasi impossibile la funzione laica.
Lo svolgimento del funerale laico in Italia è normato dal DPR 285/90. Il testo è stato più volte modificato, ma la sostanza ogni volta era quella che diceva che ogni comune doveva munirsi di una Sala del Commiato o alla peggio costruire una stanza al chiuso nei pressi del cimitero, per permettere a chiunque di poter onorare i propri cari, anche per i non credenti.
Il commiato laico resta difatto un diritto censuario. Dove chi ha un nome importante riesce ad ottenere un rito solenne nel rispetto delle proprie convinzioni, mentre un laico comune, nel migliore dei casi, verrà ricordato all’interno di una chiesa.
Nelle città più grandi come Roma e Milano esistono diverse Sale del Commiato, mentre in alcune zone del Paese persiste un regolamento talmente vecchio che obbliga il feretro a percorrere la distanza più breve tra casa/cimitero o obitorio/cimitero, senza fermate intermedie, altrimenti i cari del defunto si ritroveranno a pagare pesanti sanzioni.
Differenze tra funerali laici e religiosi
I funerali credenti sono indubbiamente più facili da organizzare, anche per quelle religioni minoritarie (la chieda Valdese, la chiesa ebraica, musulmana ecc). Queste chiese mettono a disposizione i propri spazi e la comunità stessa li sostiene. È anche vero che nella maggior parte dei casi il rito funebre religioso viene officiato dopo aver versato un’offerta sostanziosa, cosa che non avverrebbe nei riti laici, perché questi dovrebbero svolgersi all’interno delle Sale del Commiato, delle sale comunali messe a disposizione per la comunità.
Il funerale laico dev’essere un momento in cui si può salutare e onorare il proprio caro defunto. Un momento pieno di dignità al pari della funzione religiosa, per questo motivo lo stato dovrebbe attivarsi per garantire a tutti i propri cittadini un funerale degno di questo nome, a prescindere dal credo religioso.