Per anni il fungo più raccolto e commercializzato in Italia, il Clitocybe nebularis è stato cancellato dalle liste dei funghi commercializzabili per la sua tossicità, particolarmente pericolosa in caso di consumo ripetuto, che causa un accumulo progressivo nel corpo delle sue tossine e può addirittura provocare intossicazioni gastrointestinali e neurologiche. Pare inoltre che diverse persone siano state colpite da forti mal di testa, a causa dei vapori tossici sprigionati in fase di cottura. Stiamo parlando di una categoria conosciuta con il nome comune di funghi ordinali, dalla commestibilità molto controversa.
Funghi delle nebbie: come riconoscerli
Soprannominati funghi delle nebbie, i funghi ordinali hanno gambo elastico di circa 8 cm, dalla forma cilindrica, ingrossata alla base e attenuata verso il cappello. Quest’ultimo ha forma convessa, spesso depressa al centro, e colore grigio-bruno, di circa 20 cm di diametro. Le lamelle sono strette e disuguali, biancastre con sfumature crema.
Gli ordinali crescono molto spesso in gruppi di numerosi esemplari, prediligendo i boschi di latifoglie e conifere, in autunno avanzato e nella stagione invernale.
Accade spesso che vengano parassitati da altro fungo, la Volvariella surrecta che si presenta inizialmente come un sottile velo bianco sulla cuticola del cappello e dopo qualche giorno genera marciumi o funghi di altre specie sugli ordinali. Questo tipo di fungo inizia parassitando il fungo ospitante per poi nutrirsi della sua materia organica in decomposizione, causandone il degrado definitivo.
Funghi delle nebbie e intossicazioni
Recenti studi sulle intossicazioni da funghi hanno sentenziato che questo fungo è responsabile di avvelenamenti medio-gravi, dal momento che è portatore di sostanze dannose per il fegato, e che l’organismo non riesce ad espellere o smaltire. I funghi ordinali possono infatti causare intossicazioni da accumulo a lungo termine con danni epatici, in quanto contengono tossine volatili, idrosolubile e termostabili. E se le prime due tipologie di tossine possono essere eliminate, rispettivamente, in fase di prebollitura ed eliminando l’acqua stessa di bollitura, le tossine termostabili non vengono eliminate nemmeno con una cottura prolungata e causano accumulo e intossicazione del fegato, con reazione soggettive ma pericolose. Pare infatti che diverse persone che li hanno mangiati per anni senza disturbi abbiano iniziato dopo qualche anno a soffrirne la tossicità, in seguito al graduale logoramento del fegato. Ma c’è anche chi sta male da subito, riportando i classici sintomi da intossicazione.
Ancora più pericolosa è la somiglianza con l’Entoloma lividum, fungo molto velenoso che cresce nello stesso habitat. Attenzione al colore delle lamelle, color giallastro nei funghi ordinali e rosa intenso in Entoloma lividum, e al profumo, forte e caratteristico negli ordinali di farina fresca in Entoloma lividum.