Prima Mattarellum, poi Porcellum, passando per l’Italicum e arrivando finalmente all’Italianellum. Noi italiani siamo sicuramente amanti del latino e lo sono molto di più i politici che continuano a mantenere il suo impiego nella scelta del nome della nostra legge elettorale. La lingua latina però, come è noto, ha influenzato molte culture nel mondo: anche quella tedesca.
Da questa base bisogna partire per comprendere al meglio l’Italianellum, la nuova legge elettorale che arriverà alla Camera lunedì 5 giugno.
Cosa prevede
Il maxi-emendamento coinvolge PD, Forza Italia e M5S ed è stato depositato il 31 maggio in commissione Affari Costituzionali. La nuova legge elettorale arriverà alla Camera il 5 giugno e, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe essere votata il 14.
L’Italianellum riprende il metodo di elezione del Bundestag, il parlamento tedesco, mantenendone alcune caratteristiche.
Sistema elettorale italiano
Il sistema previsto dall’Italianellum è un proporzionale con soglia di sbarramento al 5 %, dunque si differenzia da quello tedesco, in quanto maggioritario. Inoltre, sono previsti collegi uninominali, 303 per l’esattezza e 27 circoscrizioni regionali . Perché 27 e non 20 come il numero delle nostre regioni? Perché le regioni più popolose hanno più di una circoscrizione, ad esempio Campania, Lazio, Piemonte, Veneto e Sicilia sono in due circoscrizioni, mentre la Lombardia in tre. In ogni circoscrizione, ogni partito presenta un listino bloccato ed un candidato per ogni collegio.
Come votare
L’elettore potrà esprimere un solo voto per scegliere il candidato del proprio collegio di appartenenza e la lista di conseguenza a lui collegata. Mentre nel sistema tedesco è possibile esprimere la preferenza in maniera disgiunta, dunque si può votare un candidato e una lista non necessariamente collegate tra di loro, nel sistema elettorale italiano questo non sarà possibile.
Distribuzione nei seggi
Una volta stabilita la percentuale di voti presi, viene definito il numero dei seggi da assegnare a ogni partito: la distribuzione viene fatta prima a livello nazionale e poi per circoscrizioni regionali. Si andrà a formare una graduatoria che mette in cima il “primo classificato” del listino bloccato, poi i candidati vincitori nei collegi con più voti. Susseguiranno secondo questo criterio anche il terzo e il quarto posto: prima listino bloccato e poi collegi. Nessuna novità rispetto a Porcellum per quanto riguarda invece la scelta del premier, che sarà indicato dalla forza politica in corsa.