Da sempre ammantata da un fascino particolare, quasi magico, la birra è una bevanda millenaria. Le sue radici si perdono in epoche assai remote, tra la Mesopotamia e l’Egitto, ma la sua produzione fu codificata dai Sumeri. A metà tra l’alchimista e l’artigiano, quella del mastro birraio è una professione che ancora oggi riveste un ruolo di primaria importanza per la produzione della birra, al pari di quella dell’enologo nelle aziende vinicole. Tra le qualità richieste a questa figura in grado di creare la birra rientrano non solo competenze sensoriali e strettamente tecniche, ma anche conoscenze teoriche, che spaziano dalla biochimica alla biologia, fino a chimica, botanica e meccanica. Come si diventa mastro birraio?
Il birrificio artigianale
Quella di addetto alla preparazione della birra è una figura fondamentale nel processo creativo di questa bevanda. Non solo per quanto riguarda la sperimentazione di nuove tipologie, ma anche per la produzione in serie. Alla base della nascita di un birrificio artigianale, anche nel caso dei più storici, c’è sempre un mastro birraio. Questo professionista è in grado di miscelare malto, lievito e luppolo nell’acqua per dare vita a una bibita unica, rinfrescante, effervescente e dalle mille sfumature. Inoltre, soprattutto nel caso della birra artigianale, prevede la continua trasformazione a cui è sottoposta grazie alla presenza dei lieviti attivi, permettendo alla bevanda di evolversi.
Come diventare mastro birraio
Affascinante, vero? Se siete appassionati di birra, ora che avete compreso l’importanza di questa professione, sicuramente vi starete chiedendo come diventare mastro birraio. È necessario conseguire dei titoli professionali attraverso corsi specifici tenuti in diverse parti del mondo. Patria di quest’arte è la Germania, seguita da Belgio, Regno Unito, Francia. Anche l’Italia negli ultimi anni ha avviato corsi di specializzazione dedicati a questa figura, sempre più centrale grazie all’ampia crescita della richiesta di birra sul mercato nazionale. In particolare Unionbirrai e alcune aziende produttrici hanno avviato diversi corsi professionalizzanti. Ma non solo. Anche le istituzioni hanno fatto la loro parte.
Università della birra Varese
Regioni e Ministeri hanno dato il loro contributo per la creazione di vere e proprie fucine in grado di formare professionisti a tutto tondo, adeguatamente preparati sulle caratteristiche organolettiche, sulla miscelazione degli ingredienti, la spillatura e molto altro. Prima tra tutte l’Università della birra di Varese, un istituto professionalizzante attivo dal 1997, dal quale provengono due figure professionali: il Publican e il Cervoisier. La prima è assimilabile al gestore di un pub-birreria, ma con competenze non solo nella conoscenza di tutte le tipologie di birra, ma anche sugli abbinamenti con il cibo, su come cucinare con questa bevanda e come spillarla. Il Cervoisier è invece la trasposizione del sommelier, specializzato in mescita e degustazione.
Accademia birrai artigiani
Quella varesina non è l’unica struttura deputata alla formazione dei maestri birrai. La Regione Veneto, il Ministero del lavoro e dell’istruzione hanno patrocinato la creazione di un’accademia per birrai artigiani, l’Accademia delle Professioni Dieffe, che rilascia la qualifica di birraio artigiano riconosciuta a livello europeo. A Perugia, infine, nel 2008 è stato avviato un Master in Tecniche Birraie all’interno del corso di laurea in Scienze e tecnologie agroalimentari, mentre nel 2005 è stata inaugurato anche un corso di laurea triennale in Tecnologie birrarie. Riconosciuto dal Miur consente di ottenere la qualifica di tecnico birraio.
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