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A cosa serve e quanto assumerne quando si è in dolce attesa

Perché l’acido folico è importante in gravidanza

21 Marzo 2017

L’acido folico assunto in gravidanza è importante per lo sviluppo del tubo neurale che comincia la sua formazione subito dopo il concepimento e diventa in seguito la colonna vertebrale del bambino. Assumere questa vitamina aiuta a prevenire alcune malformazioni del sistema nervoso centrale che possono causare la spina bifida. L’assunzione di acido folico previene la possibilità di attacchi cardiaci, cancro e diabete, la formazione del labbro leporino, difetti del tratto urinario e anche l’autismo.

Per una prevenzione efficace, l’acido folico deve essere assunto almeno un mese prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza. Questa misura preventiva dovrebbe essere presa da tutte le donne che hanno programmato di avere un figlio.

Cos’è l’acido folico

L’acido folico è una vitamina del gruppo B che l’organismo utilizza per produrre nuove cellule. L’organismo umano non è in grado di produrre l’acido folico ed è quindi importante assumerlo attraverso gli alimenti che lo contengono. Tuttavia durante la gravidanza il fabbisogno di questa vitamina raddoppia ed è quindi necessario assumere degli integratori di acido folico per sopperire alla richiesta dell’organismo.

Quali alimenti contengono acido folico?

La dieta mediterranea garantisce un sufficiente apporto di acido folico all’organismo. Questa vitamina è però poco stabile, sensibile alla luce e al calore, motivo per cui è necessario fare attenzione a come vengono conservati e cotti i cibi che la contengono, per evitare che l’acido folico perda i suoi valori.

I principali alimenti che contengono acido folico in buone quantità sono:

  • asparagi
  • insalata
  • cereali integrali
  • agrumi
  • broccoli
  • spinaci
  • lievito
  • banane
  • fagioli
  • legumi
  • pane
  • melone

Quali sono le dosi giornaliere raccomandate di acido folico?

L’assunzione raccomandata di acido folico è di 0,2 milligrammi al giorno. Durante la gravidanza il fabbisogno aumenta, passando 0,4-0,8 milligrammi al giorno e durante l’allattamento è di 0,5 milligrammi al giorno, per reintegrare le quantità perse con il latte materno.

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