Ogni anno la fine dell’estate porta con se l’inevitabile scadenza dei termini per la dichiarazione dei redditi. Un appuntamento con la burocrazia statale di cui il cittadino farebbe volentieri a meno, e che tuttavia è importante non dimenticare, per non incorrere in multe, sanzioni e more che possono raggiungerci anche a distanza di anni, dato che il fisco gode invece di una memoria di ferro.
Oggi vi parliamo quindi dei due principali modelli usati in Italia per effettuare la dichiarazione dei redditi, il modello unico, conosciuto anche come modello 740, e il 730. Addentriamoci quindi nei meandri dei complessi regolamenti burocratici del fisco italiano.
Il 730
La storia della dichiarazione dei redditi in Italia è lunga e complessa e richiederebbe diverse pagine. È sufficiente dire che il 730 è uno dei capitoli più recenti di quella storia, essendo stato introdotto nel nostro paese soltanto nel 1993 per semplificare il processo di pagamento delle tasse. Infatti, rispetto al modello 740 che era precedentemente in vigore, risulta di più semplice compilazione e permette al cittadino di ottenere più velocemente il rimborso delle imposte a credito, tramite un cosiddetto “sostituto d’imposta”. Sostituti d’imposta possono essere enti come un’azienda datrice di lavoro o l’ente pensionistico a cui il cittadino contribuente fa riferimento. Il sostituto d’imposta è dunque un ente o un’istituzione che si incarica di sostituire il cittadino contribuente nei rapporti con la burocrazia statale in materia di fisco, e rappresenta una delle innovazioni più importanti introdotte dal modello 730. Infatti grazie a questa novità oggi non tocca più al cittadino contribuente consegnare personalmente all’Agenzia delle Entrate il modulo debitamente compilato, bensì all’ente che opera da sostituto d’imposta, sia esso il datore di lavoro, l’ente pensionistico, un Caf o un commercialista autorizzato dallo stato. Dal 2014 è stata introdotta la possibilità di effettuare il 730 senza sostituto d’imposta, mediante il modulo F24, oppure con il cosiddetto “precompilato” online tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
È obbligatorio fare il 730?
È inevitabile fare la dichiarazione dei redditi, tuttavia non è obbligatorio fare il 730. Anzi, non tutti possono per legge presentare questo modello. Infatti, il modello 730 può essere presentato soltanto da determinate categorie di contribuenti e con specifiche tipologie di reddito. Tra le categorie di contribuenti che possono ricorrere al 730 rientrano i pensionati e i lavoratori dipendenti, i contribuenti che abbiano diritto a indennità sostitutive quali mobilità o cassa integrazione, i soci delle cooperative, i preti, i giudici e i consiglieri, i produttori agricoli. Tra le tipologie di reddito che possono utilizzare il 730 le principali sono i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, redditi che derivano da terreni e immobili (anche se si trovano all’estero), redditi di capitale, quelli derivati da lavoro autonomo senza partita Iva e infine quelli percepiti da eredi e beneficiari. Tuttavia il fisco non si è dimenticato di tutti gli altri che devono comunque presentare la dichiarazione dei redditi ma non rientrano nei requisiti del modello 730. Per questi esiste infatti il 740, o modello unico.
Cos’è il 740?
Se nel leggere le parole “modello unificato compensativo” siete presi da un brivido di scoramento, niente paura: non si tratta di altro che del principale modello alternativo al 730 per il pagamento delle tasse in Italia. I più lo conoscono infatti con il nome di 740. Ma cos’è il 740? Si tratta di un modulo molto più dettagliato e per questo molto più complesso del 730 e, a differenza del suo corrispettivo, è obbligatorio trasmetterlo per via telematica, e non in forma cartacea, e di questo possono essere incaricati il commercialista o un Caf accreditato. Il modello unico va comunque presentato entro 9 mesi dalla fine del periodo d’imposta, il che generalmente coincide con l’ultimo giorno di settembre, anche se è possibile ottenere proroghe e allungamenti della data di scadenza sulla base di necessità particolari.
Chi può presentare il 740?
Esistono diversi tipi di modello unico, che per lo più si riferiscono a imprese e società. Ma chi può presentare il 740? Innanzitutto le società di capitali, le società a responsabilità limitata e le società di persone. Sono ammessi poi gli enti, le società di mutua assicurazione, le società non commerciali e le onlus. Per ognuna di queste categorie esiste un modello 740 specifico. Per quanto riguarda le persone fisiche, invece, sono molteplici le tipologie che rientrano nei requisiti del modello unico. Tra questi, coloro che percepiscono redditi di impresa, come quelli che possiedono quote azionarie di una società, chi percepisce redditi di lavoro autonomo per i quali è richiesta la partita Iva, i rappresentanti “porta a porta” che sono tenuti a presentare dichiarazioni Iva e Irap, e poi ancora coloro che non abbiano avuto la residenza in Italia nei due anni precedenti l’anno della dichiarazione, infine persone che abbiano realizzato plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni aziendali.