Quando si pensa ai guadagni calcistici o sportivi in generale, si pensa subito agli enormi introiti dei calciatori di serie A, ma nel rettangolo di gioco, vi sono anche altre figure a cui non si pensa mai. Tra questi vi sono i direttori di gara di serie A il cui guadagno è inferiore ma comunque onorevole.
Vi sono da fare alcune precisazioni: gli arbitri italiani spesso portano avanti delle carriere separate da quelle sportive come ad esempio, avvocati, commercialisti ecc… e i loro guadagni come sportivi variano in base a diversi fattori: l’ anzianità di servizio, il numero e il tipo di gare dirette, e il ruolo che si è avuto in quella gara (Arbitro centrale, Addizionale o «Quarto uomo»).
Per capire quanto guadagna un arbitro di serie A è meglio avere prima l’idea chiara di quale sia l’evoluzione dell’impiego, dalla sua concezione di partenza passando dalla sua evoluzione, anche polemica, nella storia della Federazione.
Gli stipendi degli arbitri
Ci sarebbero mille considerazioni da fare per valutare se siano giusti oppure no i compensi esagerati degli sportivi. Partiamo con dire che mediamente un arbitro di serie A percepisce circa 3800 euro lordi a partita a cui vanno aggiunti i vari rimborsi come vitto, alloggio, spostamento ecc..(quella che Pierluigi Collina, autore di questo sistema di suddivisione del «monte ingaggi», definì la parte meritocratica), mentre un arbitro di serie B percepisce la metà.
Gli assistenti percepiscono 1000 euro mentre il Quarto uomo 500. Queste cifre valgono solo per il Campionato ma per tutte le altre categorie (comprese gli Internazionali) le cifre cambiano: per la Coppa Italia per le fasi iniziale si percepisce circa 1000 euro e nelle fasi finali 3800 euro cifre a cui bisogna aggiungere i rimborsi. Un ulteriore aggiunta riguarda il “costo dell’immagine” che va da 45mila annui che guadagnano gli arbitri all’inizio della loro carriera, agli 80mila per gli arbitri di maggior esperienza.
Arbitro par-time
In alcune nazioni Europee arbitrare le partite è un vero e proprio lavoro a tempo pieno e per poterlo fare è necessario abbandonare ogni altra occupazione, esattamente come nella politica, giusto? In tutta Europa via è il posto fisso anche fra gli sportivi.
In Italia, ovviamente, non è così. L’attività del direttore di gara può essere portata avanti con altre attività da riprendersi una volta che si attacchi il famoso fischietto al chiodo. Cosa non del tutto difficile dato che, solitamente, a fronte di prestazioni disastrose molti smettono di operare dopo anche solo 1 anno. Per i più bravi, invece la prospettiva di gara arrivano anche ai 10 anni.
Scandolo di calciopoli
Le cifre di cui abbiamo parlato sono state riviste e ridimensionate nel 2006 dopo lo scandalo di calciopoli. Prima un arbitro poteva guadagnare anche 5200 euro circa. Calciopoli investì diverse società professionista fra le più quotate ( AIA, FIGC ed LNP) oltre che ad alcuni arbitri ed assistenti.
Le prime avvisaglie dello scandalo si ebbero già nel 2005 quando alcune indiscrezioni di stampa fecero emergere indagini in corso della procura di Torino. L’inchiesta, condotta dal procuratore Raffaele Guariniello, si era chiusa con l’archiviazione per l’inesistenza di situazioni penalmente rilevanti, ma anche col contestuale invio di materiale, ritenuto rilevante sul piano disciplinare, alla FIGC.
Questa indagini seguiva quella avviata dalla procura di Napoli (denominata Offside, termine che definisce il fuorigioco) iniziata nel 2004. Infatti quando poi vennero alla luce nel maggio 2006 le prime intercettazioni, molte di queste le si riconduceva alla stagione 2004-2005.
Da li ci furono un susseguirsi di dimissioni, tra cui quelle del presidente della FIGC, del presidente dell’AIA e dei due principali dirigenti della Juventus. Infine si dimise anche il presidente generale della lega calcio ed il CONI decise di commissariare la FIGC nominando l’avvocato Guido Rossi commissario.
Tanti sono i cambiamenti che vennero da li in poi ma ancora poggi in molti, anche fra gli appassionati, non giustificano le enormi cifre che girano attorno al gioco del calcio.