In questi ultimi tempi si è parlato molto, sui giornali e in particolare su internet, del cosiddetto reddito di cittadinanza, anche grazie alle proposte politiche che sono arrivate in questo senso da partiti di colore diverso. Ci sono stati addirittura episodi come quello dei CAF presi d’assalto all’indomani delle elezioni da piccole folle di persone che pretendevano di sapere quali fossero i requisiti necessari e come fare domanda per ottenerlo.
Di seguito pubblichiamo una breve guida utile a chiarirsi le idee.
- Reddito di cittadinanza: cos’è
- La proposta del M5S
- Le somme e gli importi
- Obblighi e requisiti
- I costi e le coperture
Reddito di cittadinanza: cos’è
Una delle poche proposte a ricevere l’appoggio sia dei più conservatori che dei progressisti, il reddito di cittadinanza è stato teorizzato nelle sue forme più moderne già a partire dagli anni 80’ del secolo scorso, da economisti principalmente di area francese e poi americana. Sebbene sia stato pensato in modi diversi, e con scopi e obiettivi differenti, di base si tratterebbe di una misura di supporto per tutta la cittadinanza, senza limiti di tempo e indipendentemente dalla condizione economica di base dei beneficiari. Come dice già il nome stesso, i beneficiari del reddito di cittadinanza sarebbero appunto tutti i cittadini di un dato paese. Ciò lo differenzia in maniera sostanziale dal reddito minimo garantito, che è invece pensato come misura temporanea e solo per determinate fasce della popolazione, quali disoccupati, inoccupati, o semplicemente cittadini maggiorenni con un reddito inferiore ad una certa soglia, che viene definita come soglia di povertà. I due termini sono però entrati nel dibattito politico e televisivo come sinonimi, e ciò ha creato non poca confusione. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza a riguardo.
La proposta del M5S
In Italia la proposta concreta più importante è arrivata finora dal Movimento 5 Stelle, che ha inserito il progetto di un disegno di legge sul reddito minimo garantito nel suo programma elettorale. Sebbene sia stato chiamato dai media e alle volte dai politici stessi reddito di cittadinanza, in realtà il progetto di legge riguarda il reddito minimo garantito, poiché le somme di denaro erogate dallo stato subiscono variazioni d’importo legate al reddito e alla composizione del nucleo famigliare, in maniera simile a quanto già accade per il calcolo degli assegni famigliari. Come è intuitivo pensare, si tratta di un supporto economico mensile le cui somme aumenterebbero in maniera proporzionale al numero dei figli a carico, in particolare quelli sotto la soglia limite dei 14 anni. La soglia minima a partire da cui si avrebbe diritto a questo aiuto mensile è stata invece definita sulla base di parametri europei come l’indicatore di povertà monetaria, che corrisponde al 60% del reddito mediano di un paese. Nell’ottica del Movimento 5 Stelle, la proposta sarebbe quindi uno strumento efficace nella la lotta contro la povertà, il lavoro in nero o sottopagato e il precariato, e sarà implementato entro il primo anno di governo, hanno riferito.
Le somme e gli importi
Andiamo dunque a vedere nel concreto quali sono le somme e gli importi di cui si sta parlando. La proposta di legge prevede un tetto massimo all’erogazione mensile di denaro, che come abbiamo detto varia a seconda della situazione economica e famigliare dei beneficiari. In particolare un cittadino italiano maggiorenne, senza figli a carico e con reddito individuale pari a 0 otterrebbe dallo stato un ammontare di 780 euro al mese, per un totale di 9.360 euro l’anno. Se lo stesso cittadino avesse un figlio a carico di età inferiore ai 14 anni, l’importo aumenterebbe fino a un massimo di 1.014 euro mensili, ovvero 12.168 euro annuali, mentre nel caso di due adulti senza figli, le somme sarebbero pari a 1.170 euro ogni mese. Gli importi cambiano in modo significativo quando si tratta di famiglie: due genitori con due figli a carico sotto i 14 anni percepirebbero 19.656 euro l’anno, che diventano 22.464 con un terzo figlio e così via a salire.
Obblighi e requisiti
Naturalmente quella dei 5 Stelle non è una misura da paese dei balocchi. Ai cittadini beneficiari degli aiuti è infatti richiesto di rispondere a determinati obblighi e requisiti. In particolare per poter usufruire del reddito minimo garantito bisogna essere cittadini italiani maggiorenni momentaneamente disoccupati, inoccupati, o comunque con un reddito individuale inferiore al 60% di quello mediano nazionale (780 euro al mese in Italia) o, nel caso di pensionati, percepire una pensione inferiore alla medesima soglia. In più è necessario avere un diploma di scuola secondaria o una qualifica professionale (valgono anche eventuali attestati di corsi di formazione professionale per ottenere un diploma o una qualifica). Questi i requisiti di idoneità per essere ammessi al programma. Veniamo ora agli obblighi: i cittadini disoccupati devono iscriversi a un Centro per l’impiego, dimostrare di frequentare corsi di formazione e qualificazione professionale e infine accettare obbligatoriamente una delle prime 3 offerte di lavoro ricevute, pena la perdita del reddito mensile.
I costi le coperture
Una delle critiche mosse a questo ambizioso progetto politico e sociale riguarda i costi e le coperture necessarie al suo finanziamento. Le stime variano di parecchio, e vanno dai 14 miliardi di euro preventivati dall’Istat fino a più di 20 secondo altri economisti. L’idea dell’economista Pasquale Tridico, futuro Ministro dell’economia in un possibile governo 5 Stelle, è che l’iscrizione obbligatoria dei cittadini al Centro per l’impiego provocherebbe un aumento del Pil potenziale del paese, che è la stima che la Commissione europea utilizza per calcolare il deficit strutturale di ogni paese membro. Dunque con un Pil potenziale più alto si potrebbe aumentare il deficit del paese senza incorrere in sanzioni dall’Ue, e quei soldi andrebbero a coprire i costi della manovra. Per il momento il reddito di cittadinanza resta tuttavia solo una proposta elettorale, in attesa di vedere se il Movimento 5 Stelle sarà in grado di formare un governo capace di guidare il procedimento per renderla realtà.