L’isola di Tavolara
Collocata in Sardegna nord-orientale e considerata una delle isole più belle della regione, l’isola di Tavolara è un massiccio di rocce calcaree a picco sul mare, alto fino a 565 metri sul livello del mare.
L’isola gallurese è divisa in due regioni: la costa settentrionale è inaccessibile, in quanto ospita una base NATO con una stazione radiotelegrafica per comunicazioni con i sommergibili, in cui è severamente vietato lo sbarco; Spalmatore di Terra, la parte meridionale, è invece turistica e popolata da diverse piccole spiagge incontaminate, un porticciolo turistico e qualche ristorantino tipico che offre deliziose pietanze a base di pesce.
Il Regno di Tavolara fa parte dell’Area marina protetta Tavolara – Punta Coda Cavallo, con un’estensione di circa 15.000 ettari che comprende le acque limpide e cristalline delle molteplici insenature della costa compresa tra Capo Ceraso, a sud di Olbia, e Punta l’Isuledda, sotto San Teodoro. I suoi fondali incontaminati sono rifugio di diverse specie di uccelli marini tipici delle coste rocciose del Mediterraneo e fino agli anni settanta nelle numerose grotte si riproduceva la foca monaca, ora scomparsa dall’isola.
L’isola è considerata dagli appassionati di immersione un vero e proprio paradiso, nel quale spiccano tra i siti più noti Punta Filasca, cala Corsi, “Frana dei mufloni”, il relitto del Thalassa e Teddja Liscia.
L’arrampicata verso la cima di Tavolara è una bellissima escursione nel luogo, ma non è adatta a principianti ed è obbligatorio essere accompagnati da una guida autorizzata perché il territorio rientra nell’Area marina protetta Tavolara – Punta Coda Cavallo.
Regno di Tavolara: la leggenda
Oltre alla sua innegabile bellezza, fin dai tempi antichi l’isola porta con sé un’aura di fascino e mistero ed è già presente nella mitologia classica come la nave dei Feaci pietrificata da Poseidone e colpevole di aver riportato Ulisse in patria.
Secondo la leggenda del Regno di Tavolara, l’isola fu dichiarata regno della famiglia Bertoleoni da Carlo Alberto di Savoia: i fatti risalgono alla fine del Settecento, quando il genovese Giuseppe Bertoleoni approdò nella bellissima isola deserta di Tavolara e si insediò lì con la famiglia, dedicandosi all’allevamento delle capre selvatiche di cui il luogo era pieno, caratterizzate da una dentatura di una colorazione così particolare da sembrare dorata.
Secondo la leggenda, è ai denti “d’oro dei suoi animali” che il luogo deve la definizione di Regno, da quel lontano incontro di Bertoleoni con il re di Sardegna nel 1836, al quale si presentò circondato dalle capre dai denti dorati come “re di Tavolara”. E Carlo Alberto gli avrebbe donato, in partenza dall’isola, un orologio d’oro e lo avrebbe ufficialmente riconosciuto come re di Tavolara, inviando nell’isola una pergamena reale da lui firmata, tuttora posseduta da Tonino Bertoleoni.
Tavolara è rimasta popolata fino agli anni ’70 da circa una dozzina di famiglie dedicate alla pesca, alla produzione della calce e all’allevamento. Con l’arrivo del turismo, i Bertoleoni hanno iniziato ad affittare qualche camera e aperto due ristoranti.
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