Nel nostro Paese il panorama politico è a dir poco mutevole. Nuovi partiti, nuovi esponenti, programmi politici a profusione e nuove leggi. Tanto che pare quasi impossibile stare dietro alle attuali e riuscire a capire cosa comportino.
Attualmente, la legge elettorale vigente in Italia è il Rosatellum. Con la legge elettorale Rosatellum cosa cambia? Vediamolo insieme, rendendoci conto di quali modifiche ha apportato alle elezioni politiche.
- Legge elettorale Rosatellum
- Formula elettorale: sistema maggioritario e proporzionale, ovvero misto
- Come funziona la soglia di sbarramento?
- Come votare alle elezioni politiche: voto disgiunto e schede elettorali nulle
- I sondaggi politici sono affidabili?
Legge elettorale Rosatellum
La legge elettorale Rosatellum si chiama così grazie al suo ideatore Ettore Rosato; disciplina l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato. Questa è la legge elettorale vigente in Italia dal 26 ottobre 2017, la quale ha sostituito la legge elettorale Italicum del 2015, precedentemente tacciata d’incostituzionalità.
Qui puoi scoprire come funzionava la legge Italicum bis.
Formula elettorale: sistema maggioritario e proporzionale, ovvero misto
La legge Rosatellum prevede un sistema maggioritario e proporzionale, ovvero misto, e a separazione completa. Con “seggio misto a separazione completa” s’intende che i seggi sono ripartiti tra due livelli: quello maggioritario e quello proporzionale, per l’appunto.
37% dei seggi è assegnato in altrettanti collegi uninominali con un sistema maggioritario: cosa vuol dire?
Il 37% dei seggi è costituito da 116 seggi al Senato e 232 alla Camera. Nei collegi uninominali è eletto il candidato più votato. Per la precisione il sistema utilizzato è il sistema uninominale secco: la gente può indicare un’unica preferenza; viene eletto colui che ottiene la maggioranza relativa, la pluralità insomma. Non è richiesta alcuna soglia minima.
61% dei seggi è ripartito in liste e coalizioni con un sistema proporzionale: il ruolo dei collegi plurinominali.
Il 61% dei seggi è costituito da 386 seggi alla Camera e 193 al Senato. Quando parliamo di liste e coalizioni intendiamo unicamente quelle che hanno superato le soglie di sbarramento nazionali. I collegi plurinominali servono a ripartire i seggi per la Camera a livello nazionale e per il Senato a livello regionale. Le liste dei collegi plurinominali sono suddivise in listini bloccati di candidati.
2% dei seggi è destinato al voto degli italiani all’estero
Il 2% dei seggi investe 12 deputati e 6 senatori per gli italiani all’estero. Il sistema utilizzato è il proporzionale.
Come funziona la soglia di sbarramento?
La ripartizione dei seggi nei collegi plurinominali è regolata dalla soglia di sbarramento.
Per la precisione:
- Per le liste singole: 3% dei voti ottenuti a livello nazionale
- Per le liste singole: 20% dei voti ottenuti a livello regionale
- Per minoranze linguistiche in regioni a statuto speciale: 20% dei voti ottenuti a livello regionale
- Per le coalizioni, a patto che presentino una lista che ha superato almeno una delle altre tre soglie previste: 10% dei voti a livello nazionale.
Come votare alle elezioni politiche: voto disgiunto e schede elettorali nulle
C’è un’unica scheda per la quota maggioritaria e proporzionale.
È possibile votare essenzialmente in 3 modi diversi:
- Fare un segno sulla lista desiderata: in questo modo la preferenza si estenderà al candidato nel collegio uninominale, sostenuto da quella lista.
- Fare un segno sulla lista desiderata e sul candidato nel collegio uninominale sostenuto da quella lista.
- Fare un segno sul candidato nel collegio uninominale sostenuto da una lista, ma senza barrare quest’ultima: il risultato sarà che tale voto sarà comunque esteso alla lista. Ma qualora ci dovesse essere una coalizione, tale voto sarà proporzionalmente diviso tra le liste che ne fanno parte.
Come non votare:
Il voto disgiunto non è ammesso: quindi, non si può votare per un candidato e per una lista alla quale non è collegato. Qualora si dovesse agire in maniera differente le schede saranno considerate schede elettorali nulle.
I sondaggi politici sono affidabili?
La questione dei sondaggi politici è piuttosto controversa. Infatti, se da un lato la loro utilità è indiscussa, in quanto costituiscono l’unico modo per farsi un’idea della situazione generale prima delle elezioni, dall’altro lato non possono essere considerati una profezia certa. I pronostici presentano sempre un margine di errore, più o meno rilevante. E anche in questo caso è necessario riflettere.
Per esempio: qualora un partito dovesse guadagnare un margine di punteggi “X” rispetto a un altro, non solo non è detto che le cose cambino di nuovo, ma anche che il dato sia proprietamente certo. Pensiamo infatti a quale attendibilità possa avere un margine così basso – ma anche più alto – qualora poi, effettivamente, il sondaggio che ha riportato il dato, presenti lui stesso un margine di errore più elevato.