Esistono discipline sportive che sono state adattate appositamente per essere praticate da persone disabili. Suddivisi in estivi e invernali, i Giochi Paralimpici sono le manifestazioni sportive durante le quali atleti con disabilità fisiche e mentali si sfidano nei diversi sport paralimpici. Si tengono ogni quattro anni, subito dopo le Olimpiadi, e possono parteciparvi atleti con potenza muscolare o movimento ridotti, perdita e deficit di un arto, differenza di lunghezza delle gambe, statura bassa, ipertonia, atassia o atetosi, con disabilità visive o intellettive. Nate in Inghilterra nell’ambito della riabilitazione in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, da semplici sport ricreativi divennero competizioni agonistiche, in cui sport e disabilità non erano più visti come antipodi.
Le Paralimpiadi
Disputate per la prima volta a Roma nel 1960, queste particolari Olimpiadi hanno visto, nella loro ultima edizione, nel 2016, la partecipazione di 160 paesi e più di quattromila atleti. Le Paralimpiadi, tuttavia, hanno una storia ben più antica. Il primo atleta con disabilità a vincere le Olimpiadi fu George Eyser, che nel 1904 conquistò ben sei medaglie nonostante la sua gamba amputata. Si dovette attendere il 1948 per l’organizzazione di una competizione sportiva dedicata ai disabili, ad opera del medico tedesco Guttmann che inserì l’iniziativa all’interno di un programma riabilitativo dedicato ai veterani di guerra. Sulla stessa scia il dottor Antonio Maglio introdusse in Italia la concezione dello sport come terapia per i pazienti affetti da lesioni neurologiche, istituendo nel 1957 un centro per paraplegici a Ostia, preludio dell’Associazione nazionale per lo sport dei paraplegici italiani. L’evento dedicato a questi sportivi, tenutosi nella città olimpica nel 1960, viene considerato come la prima edizione assoluta dei Giochi Paralimpici.
Le discipline paralimpiche
A seconda delle varie disabilità possedute dagli atleti vengono definite delle categorie di appartenenza che determinano i gruppi di sportivi che dovranno competere tra loro. Tale classificazione conferisce la struttura e l’organizzazione all’intero evento, che prevede ben ventidue discipline paralimpiche estive e cinque invernali, sempre soggette a modifiche, come quelle olimpioniche. Vediamole nel dettaglio.
Atletica leggera paralimpica
Dedicata ad atleti in carrozzella, ipovedenti e con vario tipo di disabilità, ma che gareggiano in piedi.
Boccia
Possono gareggiarvi cerebrolesi, tetraplegici e atleti con patologie neurologiche.
Calcio a 5 un lato
Calcio a cinque riservato agli ipovedenti. Attualmente non praticato nelle Paralimpiadi.
Calcio a 7 un lato
In Italia non viene praticato. Prevede la presenza in campo di sette giocatori con diverse disabilità.
Canoa e canottaggio paralimpico
Gare di canoa e canottaggio di velocità riservate ai disabili.
Paraciclismo
Una gara che vede protagoniste le handbike degli atleti su sedia a rotelle, i tandem dei non vedenti e le bici modificate degli sportivi con vari handicap fisici.
Equitazione paralimpica
Aperto ad atleti con disabilità fisiche e visive, è praticato dal 1996 e prevede due gare di Dessage, una di movimenti definiti e l’altra libera.
Goalball
In Italia noto come pallarete, è praticato da squadre di non vedenti e ipovedenti. Si svolge al chiuso per consentire ai giocatori di udire distintamente il rumore della palla.
Nuoto paralimpico
Il nuoto per disabili è regolamentato da due diverse federazioni, a seconda che la disabilità sia fisica (FINP) o mentale (FISDIR).
Pallacanestro in carrozzina
Caratterizzato da complesse tecniche e tattiche molto simili a quelle della pallacanestro tradizionale, ma in cui gli atleti sono in carrozzina.
Pallavolo paralimpica
Pallavolo praticata da atleti seduti direttamente sul campo di gioco, il quale ha dimensioni ridotte rispetto a quello tradizionale.
Pesistica paralimpica
Sollevamento pesi da parte di atleti disabili sdraiati su una panca. Prevede il sollevamento del peso, lo stop al petto e il riposizionamento sui supporti.
Rugby in carrozzina
Nato in Canada alla fine degli anni Settanta, in Italia si pratica dal 2008. Le carrozzine vengono considerate una parte del giocatore, per cui devono rispondere a rigide norme previste dal regolamento.
Scherma in carrozzina
Adattamento della scherma, nasce poco dopo le Paralimpiadi, nel 1953. La carrozzine vengono ancorate a terra, incentrando la sfida su destrezza e prontezza di riflessi nel parare e sferrare i colpi.
Tennis in carrozzina
Tennis adattato ai disabili, in cui la pallina può rimbalzare due volte e la sedia è considerata una parte integrante del giocatore.
Tennistavolo paralimpico
I tavoli utilizzati sono quelli della disciplina classica, ma cambiano la tecnica e le racchette al fine di adattare il gioco all’altezza della carrozzina.
Tiro paralimpico
Tiro a segno praticato da atleti in carrozzina fin dall’edizione di Toronto del 1976. Prevede le categoria della pistola e della carabina.
Tiro con l’arco paralimpico
Tiro con l’arco praticato da sportivi sulla sedia a rotelle.
Paratriathlon
Atleti normodotati e disabili si fidano nelle stesse prove e sugli stesi percorsi. Le regole variano in base alla disabilità.
Vela paralimpica
Introdotta nel 1996 ad Atlanta, è adatta a sportivi con amputazioni, cecità, disabilità visiva o cerebrolesi.
Paralimpiadi Invernali
Per quanto riguarda l’edizione invernale, i Giochi Paralimpici prevedono Biathlon, Curling, Hockey, Sci alpino e di fondo, Snowboard.