Si tratta di frittelle di forma rotonda o allungata, imbevuti di liquore e cosparsi di miele o di zucchero. Alcuni li servono con crema alla nocciola o al cioccolato, ma tradizionalmente vanno gustati con del miele, meglio se di acacia.
Da non confondersi con gli struffoli della tradizione napoletana, gli strufoli umbri sono un dolce tipico, preparato per il periodo di Carnevale in Umbria, particolarmente a Perugia.
- Lo strufolo in Italia
- Strufoli umbri: storia e tradizione
- Strufoli: ricetta umbra originale
- Oltre gli strufoli: altri tipi di dolce tipico umbro
Lo strufolo in Italia
Tanto per cominciare, bisognerebbe definire la regionalità dello strufolo. Questa fritellina di pasta dolce, intinta nel miele, si può trovare quasi in tutta Italia, ma con nomi diversi. I più famosi sono gli struffoli napoletani: si tratta di palline grosse poco più di un cecio. Le piccole dimensioni sono una scelta voluta, in quanto più la pallina è piccola più si ha la probabilità che tutta la sua superficie sia cosparsa di miele. Gli struffoli più simili a quelli napoletani sono quelli romani. Simili, ma leggermente più grandi, sono i pallini della versione abruzzese, che prendono il nome di cicerchiate. La cicerchiata o cicerata è così chiamata perché prende il nome dall’omonimo legume, la cicerchia, la cui particolarità è quella di presentare al suo interno dei semini velenosi. La stessa prelibatezza è conosciuta in Sardegna con il nome di “giggere”, mentre in Puglia con l’appellativo di “purceduzzi” o “sannachiudere”. Noi, invece, in questo articolo ci soffermeremo sulla versione umbra.
Strufoli umbri: storia e tradizione
Nell’ambiente contadino il Carnevale segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera e andava festeggiato come buon auspicio all’inizio della semina. Dal momento che il suo festeggiamento era precedente alla Quaresima, veniva sancito da un banchetto goloso e senza troppe remore caloriche. Per questo i dolci di Carnevale sono in quasi tutte le regioni molto sostanziosi e quasi sempre fritti. Anticamente, poi, la frittura non era nemmeno a base di olio, ma di strutto, pertanto era proibita nel periodo quaresimale. L’etimologia della parola “strufolo” risale alla lingua greca, dalla parola stróngylos che significa “di forma tondeggiante”.
Gli strufoli umbri sono caratterizzati da una pasta molto alveolata e leggera. Ecco perché mordendoli si ha l’impressione di addentare una frittella quasi vuota.
Strufoli: ricetta umbra originale
Gli strufoli umbri non sono di facile preparazione come sembrerebbe: per ottenerli gonfi e “vuoti” dentro, bisogna prestare particolare attenzione al processo di frittura. Alcuni utilizzano il lievito per raggiungere questo risultato, grazie al quale la conservazione del prodotto è agevolata, rendendola morbida per più giorni.
Ecco per preparare degli autentici strufoli, la ricetta umbra originale.
Ingredienti:
- 8 uova;
- 8 cucchiai di olio evo;
- 8 cucchiai di zucchero;
- 16 cucchiai di farina;
- 1 bicchierino di liquore (si può utilizzare un liquore all’anice o del rum o anche del vin santo);
- 1 buccia di limone grattugiata;
- 1 cucchiaino di bicarbonato;
- miele e alchermes per guarnire;
- olio di semi per friggere.
Procedimento:
- È importante incorporare bene tra loro gli ingredienti e impastare energicamente per qualche minuto, fino a ottenere un composto consistente e omogeneo.
- Lasciate riposare l’impasto per circa un’ora.
- Scaldate in un tegame una quantità di olio sufficiente per immergere delle palline di impasto che formerete con l’ausilio di un cucchiaio. Considerate che l’impasto tenderà a gonfiarsi durante la frittura e il risultato finale dovrà essere quella di una pallina della grandezza di un’albicocca o poco più.
- Quando saranno ben dorate, scolatele e tamponatele con della carta assorbente e poi disponeteli in un vassoio, per irrorarli di alchermes e di miele sciolto a bagnomaria.
Ecco i vostri strufoli umbri!
Oltre gli strufoli: altri tipi di dolce tipico umbro
Abbiamo parlato finora del dolce tipico umbro durante il periodo carnevalizio. Ma questa regione offre tanti altri dessert, tutti buonissimi e piuttosto sostanziosi.
Un esempio è la torta di castagne, il cui impasto a base di farina di castagne e mandorle è esaltato dalla buccia di limone e dal sentore dell’alloro.
Altro dolce, molto apprezzato e piuttosto inusuale altrove, è la mela aromatizzata al vino Sagrantino. Le mele vengono private del torsolo e riempite con burro, ciliegie candite e zucchero. Successivamente vengono adagiate su una teglia e innaffiate con vino e zucchero a velo. Dopo una cottura in forno di circa 40 minuti, possono essere gustate.
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