È il 1921 l’anno in cui uno psichiatra svizzero di stampo freudiano, Hermann Rorschach, sfruttando e approfondendo le geniali intuizioni di Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Justinus Kerner e Alfred Binet in relazione all’interpretazione e all’utilità dei “disegni ambigui” in ambito medico, dà alla luce il volume che conosciamo con il nome di Psychodiagnostik.
Nasce in questo modo un incredibile strumento di indagine della personalità, l’ormai celebre test delle macchie di Rorschach. Al contrario di quanto si possa pensare, il successo dell’opera non fu immediato e purtroppo lo psichiatra non riuscì mai a godere della fama della sua “creatura”: morto prematuramente pochi mesi dopo la pubblicazione della sua opera, ad appena 38 anni, Rorschach non riscosse inizialmente un grande successo, andando a sollevare, al contrario, le critiche feroci di molti membri della Società Svizzera di Psicoanalisi di cui era stato vicepresidente.
Solo nel 1932 infatti, a undici anni da quella prima pubblicazione, venne proposta una ristampa del libro grazie all’intervento di Walter Morgenthaler e solamente nel 1942 fu possibile leggere il lavoro di Rorschach in lingua inglese.
- Test della personalità di Rorschach
- Come funziona il test di Rorschach?
- Come scoprire la propria personalità
- Macchie di Rorschach: cosa sono?
- Tavole di Rorschach
- Interpretazione test di Rorschach
Test della personalità di Rorschach
Il test della personalità di Rorschach sfrutta il meccanismo inconscio della proiezione per cercare di fornire un quadro psicologico ben definito del paziente che si sottopone ad esso. È bene precisare che la definizione di “test di natura psicologica”, in questo caso, può non essere considerata del tutto corretta, dal momento che il principio che è alla base delle macchie di Rorschach non presenta che alcune delle proprietà fondamentali di stampo psicometrico. A detta di diversi ricercatori accreditati, la nomenclatura che meglio si addice a questa operazione è quello di Reattivo di Rorschach: il compito principale dello psichiatra è proprio quello di andare ad analizzare nel dettaglio risposte che sono di natura prettamente soggettiva e che sorgono in seguito all’esposizione del paziente a stimoli, se non ambigui, quantomeno “insoliti”.
Come funziona il test di Rorschach?
Tutti, chi più chi meno, ci siamo imbattuti almeno una volta nel corso della nostra vita di fronte ad una di quelle immagini ambigue e poco strutturate e, rapiti dalla sinuosità di una macchia, abbiamo finito col chiederci come funziona il test di Rorschach.
Il test delle macchie è adatto a qualsiasi persona e prescinde dal livello culturale del singolo o dalla posizione che ricopre all’interno della società. Chi si sottopone ad esso non ha l’obbligo di rispettare alcuna tempistica e deve limititarsi a descrivere allo psicologo quale figura, o quali figure, riesce a vedere sulle diverse tavole.
Generalmente il test di Rorschach viene suddiviso in sei differenti fasi:
- Somministrazione: l’atto attraverso il quale le tavole di Rorschach vengono mostrate singolarmente al paziente prima che egli possa descrivere ciò che la macchia di inchiostro evoca nella sua mente;
- Prove supplementari: il paziente deve fornire un titolo per ogni disegno (pinacoteca), e ordinare gli stessi a secondo del suo grado di apprezzamento (seriazione);
- Inchiesta: lo psicologo indaga sulla risposte ricevute, cercando di creare un contatto col paziente;
- Siglatura: categorizzazione delle risposte;
- Computo generale dei dati: redazione di uno schema riassuntivo delle risposte ricevute;
- Interpretazione: lettura dei dati e analisi della personalità esposta al test delle macchie.
Come scoprire la propria personalità
Ancora oggi, a quasi cento anni dalla sua prima apparizione, lo scopo principale del test delle macchie di Rorschach è quello di fornire un quadro psicologico preciso del paziente, aiutandolo a scoprire la propria personalità. Ogni risposta ha una sua precisa valenza e va a fornire, passo dopo passo, informazioni utilissime: se da un lato la forma dell’oggetto percepito sulla tavola è legato agli aspetti cognitivi e rivela se il pensiero del soggetto è preciso o fumoso, coerente o contradditorio e in quale misura esso sia in contatto con la realtà esterna, dall’altro il suo colore è invece correlato alla sfera emotiva ed è indice di sensibilità.
Macchie di Rorschach: cosa sono?
Ma non è tutto: se abbiamo già appurato quanto sia inutile, in virtù dell’intrinseca ed eccezionale unicità del test, soffermarsi a chiederci cosa sono le macchie di Rorschach, risulta invece interessante andare ad analizzare qualche altro tratto accomunante delle risposte.
Vedere figure umane in movimento, infatti, indicherebbe notevoli capacità di progettazione e una forte propensione alla creatività.
Altruismo ed empatia sono propri di chi riesce a vedere nelle macchie del cibo o figure legate in qualche modo ad esso, mentre oggetti puramente inanimati sottolineano il rigore di una mente logica. I soggetti legati maggiormente al lato attivo della vita, proiettati cioè verso il “dinamismo” e distaccati da una logica riflessiva e introversa, tendono a fornire risposte inerenti al colore dell’immagine e vengono definiti “pazienti extratensivi”.
Tavole di Rorschach
Il test delle macchie di Rorschach è composto da dieci tavole ottenute versando pochissime gocce di inchiostro sulla superficie di alcuni fogli di carta che vennero successivamente ripiegati su se stessi, andando a creare delle macchie perfettamente simmetriche: tre di queste sono “variopinte”, cinque sono monocromatiche, e la coppia restante è composta da due colori.
La storia ufficiale vuole che, quando vennero date alla stampa, dopo molti anni di studio e continue ricerche, le dieci tavole selezionate da Rorschach presentavano uno spiacevole imprevisto:
la colorazione, i toni del grigio e gran parte delle sfumature non corrispondevano affatto agli originali. Non potendo affrontare nuove spese per la ristampa, Rorschach fu obbligato a tenere quelle tavole che ancora oggi vengono utilizzate dagli psicologi di tutto il mondo.
Interpretazione test di Rorschach
Trattandosi di un test proiettivo, è ovvio che ogni macchia, di per sé, non rappresenti nulla di definito e universalmente riconoscibile: ciascun individuo, attraverso le proprie risposte, rivela uno o alcuni dei propri marcatori psichici, avendo così una personale interpretazione del test di Rorschach.
Compito dello psicologo sarà quello di analizzare le risposte fornite dal paziente, non limitandosi a prendere in esame solo il significato delle forme percepite nelle macchie, ma cercando di fornire un’interpretazione del test che tenga conto in quale modo e secondo quale misura le varie risposte siano state suggerite dalla totalità della macchia o da un suo dettaglio infinitesimale e quanto forma e colore abbiano influenzato le stesse.
Viene valutato, infine, anche il grado di sorpresa mostrato da chi si imbatte nelle famose macchie di Rorschach per la prima volta e la tendeza a capovolgere le tavole per cercare di decifrarne meglio il contenuto.