La Sardegna non è solo le spiagge più belle della Costa Smeralda, il mare cristallino e i villaggi vacanze, ma è anche una terra da scoprire con le sue centenarie tradizioni, i suoi abitanti, con i paesi caratteristici e una cucina unica, che esalta le caratteristiche del territorio. Una delle tappe da visitare, per l’immenso valore culturale e artistico, sono i murales Orgosolo nella cittadina in provincia di Nuoro, nella zona della Barbagia, nell’entroterra sardo. La città è meta di turisti da tutto il mondo che desiderano ammirare i 150 dipinti circa che riempiono il centro storico e non solo, ognuno con un significato storico, religioso, politico ben preciso.
Murales Orgosolo storia
È nel periodo della contestazione giovanile, nel 1969 che appare il primo murales Orgosolo realizzato da un collettivo di anarchici chiamato Dioniso Nel 1975, invece, in occasione dei trent’anni delle celebrazioni della Resistenza e della Liberazione dal fascismo, il professore di scuola media Francesco del Casino insieme ai suoi alunni riportarono sulle mura del paese immagini per commemorare tale evento. I murales Orgosolo storia prosegue con l’alternarsi di artisti sia locali, nazionali che internazionali che hanno contribuito a colorare le strade della città con realizzazioni significative, creando un museo a cielo aperto.
Percorso murales Orgosolo
Tutte le rappresentazioni mostrate nei murales Orgosolo raccontano non solo di lotte politiche, di resistenza, di partigiani o banditi, ma ci sono i pastori, le donne sarde, le immagini di minatori, di uomini alla ricerca dei propri diritti, i disagi e le speranze di una popolazione. Ci sono scene di vita quotidiana come la tosatura delle pecore, l’accudimento dei figli, ma anche tematiche sociali come l’emigrazione, il terrorismo, l’inquinamento, la violenza. Nel percorso murales Orgosolo ci sono tappe da non perdere come quella chiamata Sa Untana de Patteri, che mostra delle donne recarsi alla fonte d’acqua della città oppure c’è quello dedicato ai Partigiani o al cavallo fuori controllo o quello dei Banditi.
Murales Orgosolo Gramsci
Tra le tante rappresentazioni apparse sui muri parlanti della città quelli contro la guerra ne sono tanti, soprattutto uno di grande rilievo è dedicato a una famosa citazione di Bertolt Brecht: “Felice il popolo che non ha bisogno di eroi“. In queste immagini si può osservare l’utilizzo di uno stile cubista, surrealista e dei riferimenti ai muralisti messicani degli anni 20 che vivono in un connubio perfetto. In molte rappresentazione ci sono anche personaggi famosi come il murales Orgosolo Gramsci o quello con Fabrizio De Andrè, Massimo Troisi, Garibaldi, Picasso o Joan Miro.