Si può partorire naturalmente a casa, a patto che la madre sia in buona salute, abbia vissuto una gravidanza a basso rischio e che il bambino sia sano. La gravidanza inoltre deve avere una durata compresa tra 37 e 42 settimane.
Il parto è una condizione naturale stimolata dall’ossitocina, un ormone che viene rilasciato soltanto durante il travaglio e il rapporto sessuale. L’eccessiva medicalizzazione del parto all’interno di ospedali e cliniche ha però snaturato quasi completamente il parto: la presenza di medici e infermieri, la posizione orizzontale sul lettino imposta alle mamme – causa di dannose lacerazioni – le luci abbaglianti che allungano il tempo della nascita. In queste condizioni di stress l’ossitocina smette di essere prodotta e per questo motivo deve essere iniettata direttamente nel corpo delle partorienti.
Quando si può partorire a casa?
Una mamma può scegliere di partorire a casa quando la gravidanza è considerata a basso rischio: si deve quindi prevedere con un certo margine di sicurezza che non si verificheranno problemi durante il travaglio. Il parto in casa è possibile solo quando si tratta di un parto naturale, che non preveda interventi chirurgici come l’episiotomia e un parto cesareo. Una volta che il ginecologo dà il via libera, è importante affidarsi a un’ostetrica competente e di fiducia. Nella maggior parte dei casi le donne scelgono il parto in acqua, dato che non è possibile effettuare l’epidurale. Per poter partorire in casa inoltre non si devono rilevare i seguenti problemi:
- esperienze precedenti di parti gemellari o parti difficili
- pressione alta della madre
- problemi di salute del bambino
- problemi di cuore o diabete di mamma o bambino
E’ importante che l’ospedale sia raggiungibile in 30 minuti dall’abitazione, nel caso in cui ci fossero complicazioni e si rendesse necessario indurre il travaglio o un intervento chirurgico.
I vantaggi del parto a domicilio
- la donna non è esposta ad una inutile medicalizzazione, come avviene negli ospedali e nelle cliniche, tra le cause dell’aumento dei tagli cesarei – oltre il 40% delle nascite in Italia
- il travaglio non viene accelerato con la flebo di ossitocina
- il parto non viene indotto, non vengono utilizzate ventose e non si pratica la Kristeller, la spinta sulla pancia diffusa in ospedale
- il dolore viene controllato e alleviato con massaggi, tecniche di rilassamento e altri metodi naturali
- l’episiotomia – l’incisione della vagina per allargare il canale del parto – non viene praticata, a meno che non sia inevitabile. Negli ospedali viene praticata al 70% delle partorienti e spesso si rende necessaria per via della posizione orizzontale sul lettino, in cui la donna è costretta
- la donna può mangiare e bere in travaglio, farsi un bagno e anche una passeggiata
- dopo il parto il bambino rimane con la mamma e può essere subito attaccato al seno
- i controlli per mamma e bambino seguono i loro ritmi e non la routine ospedaliera
- vengono usati farmaci solo se necessario; in molti ospedali alcuni farmaci vengono somministrati di routine a tutte le donne, senza tener conto degli effetti collaterali
Rischi e svantaggi del parto in casa
- non si può indurre il travaglio, quindi si deve raggiungere un ospedale se il travaglio non procede e deve essere indotto con farmaci o se si rende necessario un taglio cesareo
- il parto naturale in casa non prevede l’epidurale
- non può partorire a casa chi ha avuto un precedente cesareo o se il feto è in posizione podalica.
- rischio di lacerazioni o forti dolori
- non tutte le regioni rimborsano le spese legate al parto a domicilio: Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e la provincia di Trento e Bolzano erogano un rimborso dell’80% delle spese sostenute. Il costo varia da regione a regione ma che si aggira intorno ai 2.000 euro. Le Asl di Torino, Parma, Modena e Reggio Emilia forniscono assistenza pubblica gratuita alle partorienti domiciliari.
Come tornare in forma dopo il parto? Scegli uno stile di vita sano ed equilibrato: http://www.trovami.com/articoli/come-tornare-in-forma-dopo-il-parto